Il segretario di Rifondazione Ferrero disponibile ad un “fronte comune” con Pd, Udc, e Idv
“Pronti ad accettare Casini premier pur di battere la destra di Berlusconi”
Umberto Rosso intervista Paolo Ferrero, Repubblica del 21 dicembre 2009
“Sono pronto ad allearmi anche con il diavolo, a questo punto.” Il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, è preoccupato. Dopo la caduta del governo Prodi e la “corsa” solitaria alle ultime elezioni, mette sul tavolo la disponibilità a organizzare una nuova alleanza per battere il Cavaliere. E’ pronto perfino ad accettare che sia Pier Ferdinando Casini il candidato alla premiership. “Berlusconi minaccia la democrazia – avverte – . Siamo al golpismo strisciante”.
Il Pdl la accuserà di seminare l’odio.
“Io sono un non violento, ma non mi faccio imbavagliare. Che un mattacchione sia arrivato in piazza Duomo con una statuetta, non dimostra alcun complotto. E’ il nostro paese a rischio con questo premier.”
Che cosa pensate di fare?
“Da segretario della Federazione della sinistra, oltre che di Rifondazione, lancio una proposta a chi ci sta. Un fronte comune per liberarci di berlusconi, una coalizione di difesa della Costituzione.”
Compresi Casini e Di Pietro oltre al Pd?
“Tutte le forze disponibili. Casini ha già parlato, sostanzialmente, di un nuovo Cln anti-Berlusconi. SOno d’accordo con lui.”
Un fronte comune che si presenti insieme in caso di elezioni anticipate?
“Certamente. Con al centro due questioni-chiave. Primo: difesa della democrazia e legge sul conflitto di interessi. Secondo: una futura legge elettorale, sul modello tedesco, per chiudere con la sventurata stagione del bipolarismo.”
RIfondazione non aveva rotto per sempre con i governi di centrosinistra?
“Infatti noi non entreremmo a far parte di un eventuale esecutivo, se la coalizione dovesse vincere le elezioni. Si faccia un “accordo di governo” all’interno del fronte comune, fra le forze che lo condividono. La sinistra ne resterà fuori, non ripeteremo l’esperienza del governo Prodi.”
Senza metter becco nella scelta del leader, dovesse essere anche Casini o un uomo del centro?
“Senza mettere becco sul candidato premier, è una questione che riguarderebbe i partiti che hanno firmato l’accordo di governo.”
Una specie di neo-desistenza politica fra Rifondazione e il centrosinistra.
“Io la chiamo una somma di voti per l’emergenza democratica.”
E poi il Prc ricomincerebbe come al solito a far ballare in Parlamento la coalizione.
“Con l’attuale legge lettorale, il premio di maggioranza è tale da assicurare pieni margini di manovra all’accordo di governo”.
Insomma, i parlamentari eletti della sinistra stavolta non avrebbero i numeri per far saltare il centrosinistra. Franceschini, però, ha appena detto di no al modello tedesco.
“Dentro il Pd altri dicono si, e lo dice anche Casini. Vedano un po’ nel Partito democratico, se è proprio il caso di andare avanti con la sciagurata teoria veltroniana dell’autosufficienza, e lasciare cos’ il paese nelle mani del Presidente del Consiglio. Che può ridurre uno come Fini a sua appendice proprio grazie alla legge che c’è.Un meccanismo infernale che mette insieme persone che non hanno nulla in comune, un Pisanu con tipi alla Borghezio”.
Ci risiamo? Ha pure paragonato Berlusconi al Mostro di Marcinelle?
“Non ho affatto detto che il premier è un mostro, ma che mettere nelle sue mani le riforme è come affidare un asilo al violentatore di Marcinelle”.
E alle regionali, segretario?
“Non mettiamo veti, ma confronto sui contenuti. Come la nostra campagna referendaria contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua. Pronti a sostenere Vendola in Puglia ma a SInistra e Libertà chiediamo di difenderci in Lombardia dai diktat Pd di Penati”.