Catania, 5 giugno 2015. Il Cara di Mineo è stato ed è un grande business, sul quale hanno speculato in affari e voti il Nuovocentrodestra di Alfano e Castiglione, le cooperative legate a Cl e al Pd, Pizzarotti, la Croce Rossa, i sindaci del calatino – tranne quello di Palagonia, l’unico nella zona ad essersi rifiutato di speculare sulla pelle dei richiedenti asilo.
Castiglione deve dimettersi, il Cara di Mineo deve essere chiuso. Lo abbiamo già chiesto con l’interrogazione dell’on. Eleonora Forenza, parlamentare di AE/Se. Ma tutto ciò non basta, così come non servono i commissariamenti, che impediscono i controlli dal basso e servono soltanto alla ristrutturazione dei poteri e degli interessi privati.
Gli scandali vengono utilizzati dalle classi dirigenti dell’isola per una furibonda lotta di potere. Mentre Crocetta si scaglia contro Mafia Capitale e Ncd, provando ad allontanare l’attenzione sul suo fallimento e sulle vicende giudiziarie che hanno colpito i vertici di Confindustria Sicilia, suoi alleati e massimi beneficiari delle politiche regionali, il sindaco di Catania Bianco, seguito a ruota dal suo segretario regionale Raciti, proprio ieri ha lanciato la proposta di un asse privilegiato in Sicilia tra il Pd e il partito di Alfano.
Lo stesso Bianco, che dopo avere ottenuto la sede di Frontex a Catania, sposandone in pieno le logiche repressive contro i migranti, per lucrarne affari, clientele e prestigio, non disdegna di candidarsi a governatore dell’isola con l’appoggio di settori decisivi di Confindustria, e dentro un quadro di continuità trasformista, con un progetto di concentrazione dei poteri e delle risorse, nelle aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania, la cui conseguenza sarebbe la condanna all’abbandono definitivo e alla povertà delle aree interne e delle zone povere dell’isola.
Mimmo Cosentino, segretario regionale del Prc Sicilia