San Cataldo. Interrogazione «urgente con risposta scritta sullo stato di degrado in cui versa il Centro diurno per minori» da parte di Romeo Bonsignore del Partito di Rifondazione Comunista al Consiglio comunale di San Cataldo. Il consigliere d’opposizione chiede al sindaco ed all’assessorato competente se si ritiene necessario intervenire, al fine di eliminare tutte le fonti di pericolo, che mettono a rischio l’incolumità degli impiegati comunali, l’utenza cittadina e coloro che frequentano le associazioni.
Queste le parole di Bonsignore: «Ci sono pervenute molte segnalazioni da parte di privati cittadini che, in occasione di diverse manifestazioni presso il Cento diurno, hanno constatato lo stato di degrado e abbandono in cui versa la struttura. A tal proposito, i “Giovani – Comunisti” del circolo cittadino Prc hanno prodotto l’ennesimo video-denuncia, pubblicato sul web. Infatti, il salone per i convegni è completamente sporco; il divieto di fumo è inapplicato; diverse sedie sono danneggiate oltre che sporche; le opere di realizzazione del tetto interno e dell’impianto di illuminazione sono incomplete; nelle pareti interne sono presenti diverse macchie di umidità presumibilmente causate da infiltrazioni d’acqua.
Ed ancora: l’impianto antincendio è privo di pompe idranti; le maniglie antipanico delle uscite di emergenza non sono funzionanti; il prospetto esterno è danneggiato; la cancellata si presenta come quella di un cantiere edile; il cortile esterno si presenta in uno stato di assoluta incuria e privo di illuminazione esterna. La destinazione d’uso del Centro è stata completamente disattesa».
Bonsignore continua: «La struttura è stata destinata ad uffici comunali della ripartizione Servizi al cittadino e come sede di alcune associazioni oltre che della Pro Loco. Il Consiglio comunale, però, non ha ancora regolamentato l’uso e la gestione della struttura. L’amministrazione comunale, invece, ha deliberato il pagamento di una tariffa per l’uso della struttura. Tale decisione è l’ennesimo sconfinamento di competenze».
Claudio Costanzo
Articolo del 15/03/2011 de La Sicilia