Se è vero che il peggio non è mai venuto, la legge di stabilità che è in discussione al Consiglio dei ministri conferma drammaticamente questa regola. La vittima come al solito è la Sanità pubblica per la quale sono stati ipotizzati tagli per ulteriori 1,5 miliardi, scesi, sembrerebbe, ad 1 miliardo dopo le proteste del ministro Balduzzi.
Sparare sulla croce rossa è un gesto da filantropi rispetto alla sadica determinazione espressa dal governo Monti di recidere i nervi e le arterie di un sistema sanitario pubblico, che fino ad oggi ha difeso come poteva (purtroppo non la garantisce più da anni) la salute degli italiani. Persino Livia Turco ha dichiarato: “La sanità ha già dato e il paventato taglio di oltre un miliardo sarebbe un colpo inaudito per il Ssn, oltreché incoerente con i recenti provvedimenti del Governo”.
La determinazione con la quale si prosegue un percorso di cinica espoliazione della struttura portante del nostro Welfare è veramente raccapricciante. Alla demagogia del decreto Balduzzi si mescola la violenza vessatoria di chi vuole colpire solo ed esclusivamente i più deboli. Se fossero confermate queste indiscrezioni – ha aggiunto la Turco, relatrice in commissione Affari sociali della Camera sul Dl Balduzzi – sarebbe meglio accantonare i lavori del decreto perché è evidente che per colpa dei tagli sarebbe impossibile riorganizzare la medicina territoriale e garantire una continuità assistenziale h24 per tutta la settimana su tutto il territorio nazionale”.
Ora noi vorremmo informare l’onorevole Livia Turco che, oltre ad essere perfettamente inutile la prospettiva indicata dal Decreto Balduzzi (a che serve tenere aperti degli studi medici di base, inadatti all’emergenza, durante la notte?), la sua pratica realizzazione è impossibile anche prescindendo dall’ulteriore taglio di un miliardo. Insostenibili (oltre che inutili) sarebbero, infatti, i costi correlati con un’organizzazione dell’assistenza di Medicina generale territoriale così come prevista dal decreto Balduzzi. Costi relativi al reperimento del personale e soprattutto degli edifici che dovrebbero ospitare questi megapoliambulatori. Senza contare che, essendo l’adesione dei medici di medicina generale non obbligatoria, non c’è alcuna garanzia di operatività.
Questa parte del decreto Balduzzi, quella più sbagliata e odiosamente demagogica, è destinata a perdersi nel nulla come tante altre vanagloriose proposte. Il suo unico scopo è quello di creare confusione nella gente che avrò l’impressione che qualcosa di socialmente utile venga fatto. Mentre invece quello che viene fatto veramente è sottrarre un altro miliardo di euro alla sanità pubblica. Non bastavano i 22 miliardi di tagli già previsti per i prossimi tre anni. Ci voleva anche questo ulteriore sadico ritocco.
“Se il governo vuole percorrere la strada già progettata in passato da Silvio Berlusconi e distruggere il Ssn fino ad arrivare ad una sanità privata sul modello americano, lo dica chiaramente”. Sono parole di Ignazio Marino e queste le condividiamo in pieno. Così come le condivide la Cgil che il 27 ottobre porterà in piazza a Roma medici, veterinari, dirigenti sanitari, tecnici professionali ed amministrativi, dipendenti e convenzionati col Ssn e l’ospedalità privata della sua e di molte altre organizzazioni sindacali, a difesa del Ssn. Sosteniamo questa occasione di lotta e lavoriamo per una uno sciopero generale a difesa del lavoro e del Welfare. Non è più il caso di perdere tempo.
Roberto Gramiccia, Responsabile nazionale Sanità Prc