Documento approvato dal CPR del 26 luglio 2022, con una astensione.

La caduta del Governo Draghi ha accelerato il processo di destrutturazione del panorama politico italiano. Il Draghismo, un impasto di tecnocrazia e liberismo, destinato ad andare oltre Draghi sará interpretato, come sempre, in maniera piú efficace dalla destra e il PD, orfano del M5S, ora si trova a flirtare con i ramoscelli centristi e la sinistra ornamentale, facendo appello al voto utile dopo aver governato con la peggiore destra leghista. Il M5S, anche se in ritardo, ha preso atto del carattere antipopolare del governo Draghi e sta cercando di ricostruire un rapporto di fiducia con la sua base elettorale, in tal senso l’evoluzione del quadro politico potrebbe creare le condizioni per la nascita di un’ampia area di opposizione al Draghismo.

In Sicilia la destra dimostra, in maniera plastica, la sua incapacità di governare sia con la finanziaria raffazzonata messa in piedi al limite del tempo utile, sia con la cattiva gestione delle tante importanti questioni territoriali come quella dei rifiuti, della sanità o della mobilità. Tuttavia, la destra e il populismo autoritario, incarnato da De Luca, attraversati da clientelismo e collateralismi mafiosi, raccolgono un ampio consenso sia negli strati popolari sia tra le tradizionali classi dominanti e dirigenti (in una sorta di sovversivismo dall’alto), una circostanza che dovrebbe incentivare la sinistra a porsi in radicale alternativa rispetto al sistema e alle compatibilità economiche imposte dall’Europa.  

Il risultato delle primarie e l’immediato allargamento verso destra della coalizione certificano in modo inequivocabile il fallimento del centrosinistra confermando le nostre analisi sull’alternatività della proposta politica per le prossime elezioni regionali, la quale deve guardare ai processi reali di lotta e di resistenza nella società siciliana e non a soluzioni politiciste e personalistiche.

La costruzione della lista alternativa alle regionali si è scontrata con difficoltà oggettive e comportamenti soggettivi che ne hanno ostacolato, fin dall’inizio, la nascita e lo sviluppo, tuttavia molte sono state le interlocuzioni e diversi sono stati i coordinamenti costituiti sui territori siciliani. Partendo da questo lavoro di ricomposizione ed organizzazione occorre riavviare, in questa nuova fase, il percorso intrapreso e innestarlo sul processo nazionale che precederà quello regionale. 

La costruzione delle liste per le elezioni nazionali è tutta in salita, ma è una sfida da cogliere in pieno mobilitando, a partire dai semplici iscritti e dai simpatizzanti, le compagne e i compagni di tutta la Sicilia. Il lavoro di interlocuzione effettuato in questi mesi ci consente, contemporaneamente, sia di allargare il perimetro politico a candidature prestigiose espressione di mondi e sensibilità dell’intera area della Sinistra di alternativa e del civismo sociale, sia di candidare compagne e compagni protagonisti di lotte locali e lavoro politico sui territori.

I tempi strettissimi non ci permetteranno in questa prima fase di costruire un processo partecipato e dal basso, tuttavia sia tramite i coordinamenti dell’Unione Popolare già presenti sui territori sia, per quanto riguarda il Partito, attraverso un coordinamento stretto tra la segreteria regionale e i segretari federali sostanzieremo le scelte in un percorso democratico e rappresentativo delle diverse sensibilità della lista e del partito.