Si terrà oggi in p.zza S. Francesco ad Enna a partire dalle ore 20,00 un volantinaggio per far conoscere la vicenda di Stefano Cucchi, detenuto morto in circostanze non chiare presso il reparto detenuti dell’ospedale Pertini di Roma.
Di seguito la lettera che GC, FGCI e UDS hanno inviato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e le dichiarazioni di Claudio Grassi e Giovanni Russo Spena.
Lettera al Presidente della Repubblica di Giovani Comunisti, Fgci e Uds
Illustrissimo Signor Presidente,
le fotografie diffuse ieri con estremo coraggio dalla famiglia di Stefano Cucchi impongono una reazione delle coscienze.
Come Lei con la Sua biografia ci ha più volte insegnato, impongono in primo luogo una reazione della coscienza del nostro Paese, Repubblica democratica e antifascista per la cui nascita migliaia di martiri hanno offerto il sacrificio delle loro vite e migliaia di eroi hanno conosciuto la reclusione e l’internamento nelle carceri del regime. Anche in virtù di quel sacrificio, oggi possiamo dire che il tasso di democrazia di un Paese civile si misura dalle condizioni delle sue carceri, dal rispetto che lo Stato assicura a ciascun detenuto.
Se leggessimo con questo metro di giudizio la vicenda di Stefano Cucchi, dovremmo ritenere l’Italia un Paese schiavo, servo della barbarie e dell’arbitrio. Le Istituzioni che Lei rappresenta devono reclamare, insieme alla famiglia e insieme ad ogni cittadino democratico, verità e giustizia.
Ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, affinché sia fatta piena luce su questo episodio drammatico. Affinché noi giovani si possa cancellare questa assurda vergogna di sentirsi italiani.
Le porgiamo, ringraziandoLa, i nostri più sentiti saluti antifascisti
GRASSI – PRC: CUCCHI E’ MORTO IN CARCERE, IL GOVERNO SI VERGOGNI
Dichiarazione di Claudio Grassi, Segreteria nazionale PRC-SE, Area Organizzazione

Se un Paese è democratico o meno lo si capisce guardando quello che succede nelle carceri. Ieri a Regina Coeli a Roma è accaduto che un giovane ragazzo, Stefano Cucchi, arrestato per 20 grammi di marijuana è morto. Il ministro della Giustizia dice che è caduto dalle scale. Le fotografie diffuse con coraggio dalla famiglia descrivono un ragazzo lesionato, tumefatto. Che il presidente della Repubblica abbia il coraggio di dire, con noi, che in quel carcere si è sospeso lo Stato di diritto e che fino a che non verrà fatta piena luce su questa vicenda le parole “giustizia” e “verità” sono soltanto retorica. Che il governo intervenga, spieghi alla famiglia e a tutta l’Italia che cosa è successo. Ancora una volta, dentro le carceri italiane. Ancora una volta in un Paese sempre più in balìa dell’arbitrio e della violenza. Ecco qual è la “emergenza sicurezza” di cui parla la destra. Come a Genova, come con Federico Aldrovandi.
RUSSO SPENA – PRC: CUCCHI, NO AD ASSURDI TENTATIVI AUTOASSOLUTORI DI MINISTRI DELLA REPUBBLICA E FORZE DELL’ORDINE
Dichiarazione di Giovanni Russo Spena, responsabile Dipartimento Giustizia Prc

Abbiamo potuto vedere solo oggi le sconvolgenti immagini del corpo tumefatto di Stefano Cucchi, ucciso in carcere. Lo Stato di diritto ha bisogno che si faccia, al più presto, un opera di verità e giustizia su questa barbara e assurda morte, come hanno giustamente chiesto la mamma, il papà e la sorella di Stefano Cucchi. Non sono utili né seri, a questo scopo, i commenti che giungono dalle alte sfere governative come da ministri della Repubblica, commenti ispirati al pregiudizio e alla volontà assolutoria di settori dello Stato e delle forze dell’ordine. Vadano avanti celermente e senza guardare in faccia a nessuno le inchieste giudiziarie e amministrative che sono state aperte. E vadano anche avanti, in Parlamento, quei disegni di legge che puntano all’abrogazione della pessima legge sulle tossicodipendenze e all’introduzione, richiesta più volte, all’Italia, dalla stessa commissione.