Da settimane anche a  Trapani è arrivato il vento che sta attraversando tutta l’Italia.

Quel vento che odora di dignità e di diritti, di lotte e fantasia, di manganelli e notti sui tetti.

Iniziano giorni fa le autogestioni che si diffondono a macchia d’olio in ogni scuola, comitati studenteschi e assemblea si susseguono senza sosta. Qui non si fanno occupazioni (almeno fino ad ora), la realtà  è particolare ed è meglio procedere per gradi.

Le telefonate si rincorrono senza tregua e le notizie circolano in tempi brevissimi.

Finalmente martedì 30 tutte le scuole sono autogestite, nonostante gli ostacoli del caso: presidi-sceriffo che minacciano gli studenti di prendere chissà quale provvedimento antidemocratico e primitivo.

Alle ore 12 di Martedì sui tetti del Polo Universitario di Trapani decine di studenti calano uno striscione: “Universitari contro la riforma”.

Biologia, Giurisprudenza e tutti i corsi di laurea dell’Università di Trapani si uniscono per gridare un solo e unanime coro contro lo smantellamento dell’Università.

La democrazia riparte dal basso, gli schemi si capovolgono e non ci sono rappresentanze e cariche che tengano: siamo tutti uguali davanti al pericolo del Ddl!

Dalle scuole autogestite e dai tetti dell’Università corre di bocca in bocca, o meglio, di “bacheca” in “bacheca” l’incontro delle ore 16, davanti il palazzo della Provincia.

Sit-in rigorosamente NON autorizzato, come in tutta Italia d’altronde.

Di contro la Polizia collabora con la massima disponibilità con gli studenti, a differenza di ciò che accade altrove.

E’ alle 16.30 che una delegazione entra nella sede della Provincia Regionale di Trapani, nel corso di un consiglio provinciale, e chiede che il consiglio stesso si esprima in segno di solidarietà con i ragazzi, contestando la riforma.

Il consiglio provinciale sospende la seduta per darci la possibilità di esprimere le nostre ragioni, segue l’appuntamento dell’indomani, 1 dicembre, per la presentazione di un nostro documento in commissione Pubblica istruzione.

A seguito dell’incontro con i capigruppo dal sit-in si fissa un altro appuntamento: presidio per mercoledì 1 dicembre davanti la Provincia, stavolta di mattina, stavolta saremo di più.

Infatti siamo duemila, da tutte le scuole, dalle facoltà, dalle vie “in” e dai quartieri. Dai tredici ai ventotto anni.

Unione degli studenti, Rete degli studenti, collettivi, studenti: siamo lì.

A parte qualche imbecille che non sa perchè si trova lì e inizia a tirare uova contro gli agenti della polizia e un giornalista, va tutto bene: cori, slogan ma soprattutto CONTENUTI.

Sappiamo perchè stiamo protestando, sappiamo cosa vogliamo.

Il presidio diventa un corteo, un gran bel corteo che, come poche volte nella nostra città, attraversa festosamente le vie del centro storico. Si parla della Gelmini, di Tremonti e di Berlusconi, di Fini e di antifascismo. Ma si fa anche un applauso a Monicelli a Berlinguer e a Pertini: vecchi nomi urlati dai figli del ventunesimo secolo con la “nostalgia” di chi non ha mai vissuto quei tempi.

Attraversiamo l’intero centro e ci fermiamo di fronte il Liceo Classico, dove gli studenti all’interno non hanno potuto fare l’autogestione a causa di un vecchio vizio di presidi e professori con la testa ferma agli anni sessanta: le minacce e i provvedimenti disciplinari.

Un coro di solidarietà attraversa i vetri delle loro finestre, i megafoni fanno arrivare le voci e la protesta anche dentro quella mura. Sono momenti emozionanti e ognuno di noi  è orgoglioso e fiero di viverli.

Alle 12.30 si va alla Provincia per l’incontro con la commissione.

“IL CONSIGLIO PROVINCIALE ESPRIME SOLIDARIETA’ AGLI STUDENTI IN LOTTA E CHIEDE AL MINISTRO DI RIVEDERE LE POSIZIONI”.

E’ un atto politico che fa riflettere e che non si può sottovalutare.

Anche se ciò non fermerà l’iter della riforma, non ci restituirà gli 8 miliardi di euro che ci sono stati rubati per spenderli in cacciabombardieri, anche se ciò non ridarà il posto di lavoro ai 150mila precari della scuola, è una piccola, infinitesimale soddisfazione.

Ora ci si prepara alle autogestioni del giorno 2 e all’assemblea all’università.

Francesco Bellina, coordinatore GC Trapani