di Andrea Carugati, unita.it del 15 dicembre 09
Le colombe, a destra, per ora restano in gabbia. E i falchi volano minacciosi, da Cicchitto al Giornale di Feltri, spargendo benzina sul fuoco, indicando presunti mandanti morali dell’aggressione a Berlusconi, puntando contro giornalisti come Santoro, Scalfari e Travaglio, contro Di Pietro e la Bindi, e pure contro Bersani, indicato dal senatore Filippo Berselli, ex An (presidente della commissione Giustizia del Senato) tra i «responsabili morali» dell’agguato insieme a Casini. Non c’è spazio per i toni bassi, nel day after della destra. Brunetta parla addirittura di «untori» che vanno isolati, «di un’intossicazione da cui dobbiamo liberarci» e che si annida nelle banche, nell’editoria, nella «cattiva politica».
Il Giornale, ieri, ha usato come al solito le maniere più forti, ”svelando” l’esistenza di una «regia» che «passa per giornali, segreterie e trasmissioni irresponsabili». Oltre a Di Pietro e Travaglio, vengono citati Bersani e Casini. «Ieri sera sono stati tutti accontentati», scrive il condirettore Alessandro Sallusti. Nel mirino anche Fini: «Se lui e Casini sono davvero solidali devono delegittimare un’opposizione ormai extraparlamentare». Emilio Fede fa la sua parte: nel Tg4 di ieri sera minimizza i problemi psichiatrici del responsabile dell’aggressione, Tartaglia, e dice: «La sua famiglia aderisce da sempre al Pd, il delinquente nasce in quel mondo, in quelle frange della contestazione». Domenica sera, quando ancora non era chiara neppure la dinamica dell’aggressione, Fede aveva subito citato come «istigatori della violenza» Di Pietro e Paolo Ferrero, che in questa vicenda ha usato parole misuratissime.
Ma non c’è distinzione nella strategia della destra politica e mediatica: tra i contestatori di piazza Duomo, quelli del giorno prima a piazza Fontana, i giornali, i partiti dell’opposizione, il gesto isolato di uno squilibrato, si cerca di tracciare un unico filo di veleno. Ieri Libero non era edicola, ci ha pensato il Tempo di Roma, che ha parlato di «tanti avversari» di Berlusconi «desiderosi di vederlo morto». Casini ha denunciato il condirettore del Giornale Sallusti, che ieri su Raidue lo ha iscritto tra i «mandanti» dell’agguato. Anche Travaglio annuncia le vie legali, definisce Sallusti «un killer prezzolato» e Berlusconi «un provocatore, il politico più violento della storia repubblicana».
Cicchitto replica: «Travaglio è un terrorista mediatico». Il coro di chi cerca mandanti morali è infinito: Nicolò Ghedini dice che l’aggressione «dà il segno di come l’opposizione di sinistra abbia travalicato la propria funzione», La Russa torna a prendersela con la piazza del «No B Day», definita la «vergogna delle vergogne», Scajola attacca «chi semina odio raccoglie violenza». E ancora: il moderato Formigoni dice che Di Pietro è «vomitevole», un «istigatore». Margherita Boniver chiama in causa persino «qualche pm che ha irriso il premier come capomafia e mandante stragista».
E sullo «spazio azzurro» del sito del Pdl Antonio da Bergamo scrive: «Basta prenderle, è arrivato il momento di darle».