Manifestazione a Fondi (LT): da sinistra Nicola Tranfaglia (IdV), Dario Franceschini (PD), Paolo Ferrero (PRC), Claudio Fava (SD)

di Stefano Galieni per Liberazione del 26 settembre 2009

Fondi (Lt) – Piazza Quattro Novembre è gremita, nonostante il sindaco appellandosi a cavilli avesse vietato lo svolgimento della manifestazione nazionale contro le mafie, la manifestazione si è svolta. Il consiglio comunale di Fondi è da anni al centro di indagini estremamente gravi tanto è che il territorio è ormai considerato dalla direzione distrettuale antimafia come centro nevralgico di quella che viene definita quinta mafia. Con tale termine si intende una struttura criminale organizzata operante ormai in gran parte del Lazio che vede coinvolti tanto boss locali, quanto le propaggini di Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. L’ultima indagine, quella che ha fatto scattare le manette per 17 persone, è relativa al mercato ortofrutticolo, controllato a detta di magistrati dalla criminalità con la complicità di assessori e tecnici del comune. I due indagati di grosso calibro, Venanzio e Carmelo Tripodo, avevano costanti rapporti con un ex assessore tant’è che il prefetto di Latina, Frattasi, aveva già consegnato un voluminoso dossier per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Dopo infiniti rinvii e balbettii da parte della maggioranza pare ora che nella prossima riunione del consiglio dei ministri questo scandalo verrà affrontato. Queste ed altre le ragioni che hanno spinto centinaia e centinaia di cittadini democratici a riempire ieri la piazza per rivendicare il diritto ad una amministrazione decente.
Dal palco hanno parlato esponenti politici nazionale e rappresentanti del mondo associativo antimafia. A introdurre è stato il segretario del Pd locale Bruno Fiore che ha duramente contestato il tentativo operato dall'”ancora per poco” sindaco di Fondi Parisella di boicottare e impedire la manifestazione. A seguire il segretario nazionale del Pd Dario Franceschini che dichiarandosi totalmente schierato dalla parte dei cittadini onesti di Fondi, ha espresso la preoccupazione per un paese in cui si vuole impedire l’utilizzo della piazza quale luogo di espressione di pluralismo. Durissimo l’intervento di un rappresentante dell’associazione Caponnetto che ha denunciato l’isolamento in cui per troppo tempo è stata costretta la battaglia per la legalità a Fondi. Di questione nazionale e non limitabile al solo territorio pontino ha parlato Paolo Ferrero, segretario del Prc. Il suo è stato un intervento efficace e interrotto da continui applausi, perché partendo dai due casi più eclatanti di ingerenza dell’economia criminale nella politica – Fondi e Paternò in Sicilia – ha disegnato il quadro di un paese in cui il nesso tra criminalità organizzata e istituzioni sembra intenzionato a non sciogliersi. «Perché – ha domandato – un ministro dell’Interno della Lega Nord non riesce a far sciogliere due consigli comunali chiaramente collusi con la mafia, e contemporaneamente un sindaco del suo stesso partito decide di far togliere nel bergamasco la titolazione di una biblioteca ad un eroe antimafia?». Una domanda retorica ovviamente, la risposta va cercata nella ormai generalizzata espansione della macro criminalità al nord come al sud. Ferrero si è augurato che questa volta il ministro mantenga la promessa fatta e che il consiglio comunale di Fondi venga sciolto, per poi ridare ai cittadini il diritto di scegliere da chi farsi rappresentare. Toccante la testimonianza di Ignazio Cutrò imprenditore di un paesino della Sicilia, costretto a vivere sotto scorta perché ha denunciato una banda di esorsori. L’imprenditore ha invitato commercianti e imprenditori ad avere coraggio e a denunciare i propri sfruttatori. A seguire hanno poi parlato Stefano Pedica, senatore dell’IdV. Presenti fra gli altri esponenti di Sinistra e Libertà, nonché, per il Prc Giovanni Russo Spena, il capogruppo alla regione Ivano Peduzzi, la segretaria regionale Loredana Fraleone. Ma la cosa più importante, che si collega alla speranza di un futuro migliore reiterata da Ferrero, era nella presenza di tantissimi giovani decisi a continuare questa lotta.