ferrero_low«È un partito nato per costruire una svolta reazionaria in Italia, il partito della P2, con l’obiettivo di realizzare compiutamente il piano di Gelli».
Paolo Ferrero, leader del Prc, dà un giudizio nettissimo sulla nascita del Pdl.
di Andrea Carugati, l’Unità del 30/03/2009
Spieghi perché.
«L’attacco al sindacato, alla magistratura, al bilanciamento dei poteri, il presidenzialismo. Si tratta di una modifica complessiva del sistema democratico, del bilanciamento dei poteri istituzionali e sociali. Berlusconi lavora allo sfondamento di entrambi questi cardini della Costituzione. Per lui c’è spazio per un sindacato simile a quelli dei paesi dell’Est: uffici di collocamento delle imprese». 
Vede realmente un disegno eversivo?
«Parlo di svolta autoritaria, non del nazismo. Ci sono democrazie che sono solo dei simulacri, soprattutto quando chi governa controlla anche l’informazione. Questo disegno, per funzionare, ha bisogno di un’opposizione non in grado di opporre un disegno alternativo. E il Pd non ce l’ha, neppure sul piano istituzionale. La sfida di Fini sul referendum e sulle riforme disegna uno scenario di democrazia deprivata e il Pd, almeno sul referendum, rischia di offrire dei pericolosi assist. Ma se mettiamo insieme bipartitismo e presidenzialismo, viene fuori un regime che ha poco a vedere con la nostra Costituzione».
Anche gli Usa sono un sistema bipartitico e presidenziale. Eppure vince Obama…
«Obama per certi versi è un incidente della storia, figlio di una congiunzione astrale. Ma la democrazia italiana degli anni 60 e 70 era molto più forte degli Usa di oggi: nel Pci venivano eletti anche gli operai».
Torniamo al discorso di Fini: a sinistra è stato apprezzato…
«Fini ha detto cose di buonsenso che mi ha fatto piacere ascoltare. Ma non si pensi che ci sia una distanza reale tra lui e Berlusconi sulle scelte di fondo: condividono un disegno reazionario. Fini dimostra che il Pdl è così forte da poter contenere al suo interno una destra e una sinistra. Sono così egemoni da potersi permettere anche delle sfaccettature…»
Ha detto cose “di sinistra” su immigrazione e temi etici?
«Cose normali in qualunque paese europeo. Eppure più a sinistra di una parte del Pd».
Lui realizza il piano della P2. E voi come reagite? Dividendovi?
«Io sarei per il massimo di unità possibile. Ma referendum e bipartitismo sono un pezzo del regime di Berlusconi e il Pd c’entra. Per questo dico: facciamo una battaglia insieme contro il referendum e per il sistema tedesco, è l’unico che potrebbe disarticolare questa destra. Altrimenti vincono per 30 anni».