di Gabriele Centineo, PRC-FdS Catania
“Nentisacciu, nenti vitti, ‘ntapagghia mi curcu”
Ha appena smesso le vesti di assessore della Giunta Lombardo. Intorno a lui si ergono le rovine, gli sprechi e gli scandali della formazione professionale in Sicilia al cui governo Raffaele lo aveva chiamato: un tecnico in quota PD, quella stessa organizzazione che, secondo “centonove”, si sarebbe impadronita degli Enti. Ma ora ritorna a casa, entra nel suo scrittoio e, rivestito condecentemente, torna alla sua professione di scienziato della Economia e della Politica. Uno sguardo reso più acuto dall’averla praticata, duce Lombardo, nel governo della Regione. Conviene seguire la sua analisi ( La Sicilia : 24/10/2012). E’ necessario distinguere tra “tangentopoli” e “regionopoli”. Gli esempi citati riguardano Lombardia e Calabria, manca qualsiasi riferimento alla Sicilia. Comunque ascoltiamolo:
“La differenza tra tangentopoli … e regionopoli sta nel fatto che, mentre nella prima, i cittadini pagavano l’immoralità indirettamente, attraverso il maggiore costo delle opere pubbliche, oggi pagano l’immoralità direttamente, visto che i fondi stanziati per i rimborsi elettorali e la dotazione finanziaria dei gruppi parlamentari sono sostanzialmente sottratti ad altra utilizzazione …..se dal bilancio di una Regione storno risorse finanziarie per i gruppi parlamentari li sto distogliendo o ad investimenti produttivi o a servizi sociali…”
Francamente non comprendiamo la differenza…sempre di soldi pubblici si tratta sottratti ad usi sociali.
Nel secondo caso sono erogati per legge e, in linea di principio, sottoposti alla trasparenza della legge. Basterebbe votare per qualcuno diverso da Lombardo = Crocetta = Miccichè = Centorrino per eliminare/ridurre lo storno delle risorse. L’unica domanda: come mai lo studioso analizza acutamente fenomeni che l’assessore non solo non vedeva, ma che alimentava. Ma bisogna aver pietà per la scienza del prof. Centorrino: un caso perfetto di dissociazione della personalità. D’altra parteCentorrino ha conquistato fama imperitura. All’inizio della sua avventura nella giunta Lombardo consigliò ai Siciliani di non leggere né Sciascia, né Camilleri, colpevoli di dare un’immagine così pessimistica della Sicilia da interdire ogni volontà di investire capitali nell’isola. Aveva torto! Camilleri, di Sciascia non sappiamo, ha mostrato un tale ottimismo della volontà, da esprimersi a favore di Crocetta e di coinvolgere in questa scelta anche Montalbano. Ha desiderio di aria pulita, ma come sappiamo noi tabagisti accaniti, non siamo più in grado di distinguere gli odori e spesso li confondiamo.