Il bilancio 2008 dell’Istituto si è chiuso con un attivo di più di 11 miliardi di euro. La Cgil: «Ora più soldi a pensionati e cassintegrati»
 
L’Inps ha i conti a posto. Cade un alibi per l’assalto alle pensioni
 
 
Il sistema previdenziale italiano è in «equilibrio» e i conti dell’Inps sono a posto, tanto è vero che il bilancio 2008 dell’Istituto si è chiuso con «un saldo attivo di più di 11 miliardi di euro (+60% sul 2007)». C’è voluta la relazione annuale del presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, per frenare la voglia del governo di rimettere le mani sulla previdenza, a partire dall’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego. Alla luce di queste cifre, spiega Mastrapasqua, un nuovo intervento sulle pensioni non solo non serve, ma sarebbe persino controproducente, perché «rischia di incrinare il necessario rapporto di fiducia tra generazioni».Posto davanti all’evidenza dei fatti, persino un falco come il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, non può che alzare bandiera bianca: «Penso che questo non sia il momento delle riforme strutturali. E lo dico con il dispiacere di un riformista», le parole con cui Sacconi pronuncia la resa. Sui buoni risultati di gestione dell’Inps per il 2008 – si legge nel Rapporto – ha influito la crescita delle entrate contributive (+5,6% a 144.653 milioni di euro) superiore all’aumento delle spese per pensioni (166.805 milioni con un +2,8%). Le entrate contributive sono aumentate grazie all’incremento degli iscritti (231mila in più rispetto al 2007), alla regolarizzazione dei lavoratori migranti («Ormai quasi 2 milioni di cittadini stranieri versano contributi previdenziali nel nostro Paese», sottolinea Mastrapasqua) ma anche a causa dell’aumento dell’aliquota per autonomi e parasubordinati, alla lotta all’evasione e elusione contributiva e al recupero di crediti per 5.131 milioni di euro (+18,9% sul 2007).
I pensionati – rende noto ancora l’Inps – sono il 24% della popolazione italiana ma gli assegni nel complesso erano a fine 2008 16.086.076. Se il numero delle pensioni è in lieve calo (-0,26%) aumentano invece i trattamenti di disoccupazione (1,4 milioni di assegni per una spesa di 4.458 milioni di euro) e di cassa integrazione (+24% sul 2007). L’Inps promette un miglioramento dell’azione di contrasto al lavoro nero (nell’anno sono state trovate irregolarità nell’82% delle aziende ispezionate) e annuncia una stretta sugli invalidi civili, prevedendo per il 2009 200mila verifiche su altrettanti beneficiari di queste pensioni.
Chi invece non si arrende all’evidenza dei numeri è il presidente della Camera Gianfranco Fini, secondo cui il problema non sono i conti dell’Inps ma è politico: «Destinare più risorse pubbliche per le politiche del lavoro – argomenta Fini – sarà più agevole se le forze politiche e sociali condivideranno un nuovo patto generazionale in cui si accetti di lavorare più a lungo in cambio di un welfare più in sintonia con le esigenze della società».
Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil, scuote la testa: «Gli oltre 11 miliardi di avanzo registrati dall’Inps – ribatte – rappresentano una cifra importante che deve tornare a chi l’ha prodotta, cioè i lavoratori dipendenti attraverso gli ammortizzatori sociali e i pensionati dando loro risposte alla condizione di disagio». Cosa che oggi non avviene perché «di fatto queste risorse – spiega Piccinini a Liberazione – vanno a incrementare il bilancio patrimoniale dell’Inps, che ormai ha un utile astronomico. Soldi che, in realtà, vengono tenuti in gestione dalla cassa depositi e prestiti, che li usa come liquidità per le spese correnti dello Stato, così come accade per il tesoretto dell’Inail».
Nel frattempo, ricorda la Uilp, «più del 50% dei pensionati italiani, a fine 2007, aveva pensioni inferiori ai mille euro e il 22% di questi addirittura sotto i 500 euro»; sempre nel 2007 «ancora prima quindi dell’esplodere della crisi, il 5% delle persone anziane non ha avuto soldi per l’acquisto di generi alimentari».

di Roberto Farneti per Liberazione del 19/03/2009