Le cronache di questi giorni, se mai ve ne fosse stato bisogno, hanno evidenziato tutte le crepe di un sistema che oramai da anni viene organizzato seguendo logiche clientelari e di appartenenza e quasi mai privilegiando le competenze di chi è chiamato a dirigerlo.
Ci si meraviglia se un reparto non viene organizzato correttamente, se non risponde ai criteri minimi di efficienza, se la disorganizzazione regna sovrana.. ma solo quando succede il fattaccio.
E perché queste stesse riflessioni non vengono fatte quando bisogna fare le nomine dei responsabili dei reparti? E perché queste considerazioni non valgono quando bisogna nominare i dirigenti della complessa macchina sanitaria?
E fra chi oggi grida disordinatamente allo scandalo c’è qualcuno che può tirarsi fuori dal sospetto di aver caldeggiato nomine basandosi sulle appartenenze e non sulle competenze?
Le coscienze si placano mandando ispezioni (ovviamente a posteriori) o accusando medici e personale sanitario di scarsa professionalità, me è davvero questo il problema? Noi crediamo di no, noi crediamo che malgrado tutto il sistema non collassa proprio perché la stragrande maggioranza degli operatori presta la propria opera con scienza e coscienza nonostante si trova costretta ad operare in un sistema ingiusto, disorganizzato, dove le professionalità e le competenze vengono mortificate dalle tessere di partito, dove non esistono tutele, non sono mai stati (salvo rarissime eccezioni) stilati protocolli comportamentali, dove i reparti vivono una cronica carenza di personale, dove spesso manca l’indispensabile per poter operare.
Un sistema dove la rete dell’emergenza è garantita (medici e infermieri) da personale già dipendente dal SSN, e dove nessuno controlla e verifica le ore di lavoro svolte, dove non è dato sapere le modalità di reclutamento del personale adibito al 118, dove può succedere che un rianimatore smonti dalla notte in ospedale, salga sull’ambulanza del 118, e a fine turno rientri in servizio in ospedale. In un sistema dove le ambulanze continuano a non aver contezza della disponibilità dei posti letto degli ospedali (tranne che per le rianimazioni), dove si continua a ragionare con logiche di “bacino” e non tenendo più banalmente conto della geografia, per cui sei il bacino di Catania non comprende Messina gli operatori non prendono in considerazione le disponibliotà dei posti letto di Messina.
Ma tutto questo era già noto a chi ha la responsabilità di governare il sistema? Noi crediamo di si, lo abbiamo detto e scritto troppe volte….
Quante volte negli ultimi mesi , nonostante le reiterate richieste, l’assessorato ha sentito il bisogno di sentire le organizzazione sindacali che di queste criticità da anni si fanno portavoce? La risposta è semplice….Mai!
Non sappiamo se il commissariamento è una soluzione utile alla risoluzione dei problemi, ma se serve ad interrompere il rapporto asfissiante con la politica locale che benvenga.
Bisogna avere il coraggio di ammettere il fallimento, bisogna avere l’umiltà di dire ricominciamo, lo dobbiamo prima di tutto ai cittadini siciliani, lo dobbiamo ai lavoratori del sistema che nella maggior parte dei casi lavora in silenzio, con dignità e abnegazione… perché quello che è successo e succede non è malasanità..e solo malapolitica.
Michele Palazzotto Renato Costa
Segretario Generale FP-CGIL Sicilia Segretario FP-CGIL Medici Sicilia