Dichiarazione di Antonio Marotta, Segretario Regionale del Partito della Rifondazione Comunista

L’ interruzione parziale, per circa un anno, dell’impianto petrolchimico di Gela decisa dall’ENI,  determinata paradossalmente  dell’iniquo aumento del costo del carburante voluto dal governo tecnico Monti, che determina la messa in cassaintegrazione di ben 500 operai su 1200 e mette a rischio il posto di lavoro di altri 300 operai dell’indotto è un provvedimento assolutamente inaccettabile, che potrebbe nascondere  la volontà di chiusura dell’intero comparto produttivo.

L’ENI,  piuttosto che scaricare sugli operai  le conseguenze di un  presunto surplus  di produzione, rispetti gli impegni presi attivando gli investimenti programmati ed i progetti  di sviluppo industriale già concordati con la Regione Siciliana, per evitare di depauperare  ulteriormente quel territorio, già  in condizioni di marginalità sociale ed economica.

Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà ai lavoratori dell’ENI di Gela e la condivisione militante delle lotte che da questi verranno intraprese per la difesa del posto di lavoro.

Palermo 19/04/2012