Denunciati per invasione di base militare. Per il codice penale è un reato di un certo peso. Ma la ventina di compagni di Messina, di cui ben cinque del Prc, che nell’agosto del 2013 stavano al Muos di Niscemi non volevano invadere proprio un bel niente, ma solo manifestare contro questa oscenità. E a manifestare non erano solo loro. Ad opporsi alle “antenne della morte” erano in diecimila. Gli investigatori hanno fatto una certosina opera di identificazione attraverso i video. E alla fine sono partite le denunce, recapitate qualche giorno fa.
Sulla vicenda c’è la solidarietà del Prc di Messina. “Massima solidarietà ai molti attivisti NO MUOS siciliani che in questi giorni hanno ricevuto il “gentile” invito a comparire presso gli uffici della DIGOS delle diverse città della regione per comunicazioni riguardanti la Prefetura di Caltanisetta per i fatti del 09 agosto 2013”, si legge nel comunicato.
“Il prato della base militare, il 09 agosto scorso, è tornato ad essere dei siciliani – continua il comunicato – che hanno deciso di lottare, non solo per loro ma anche in nome delle generazioni future, contro una nuova forma di colonialismo e di non piegarsi di fronte alla militarizzazione del territorio”.
“Siamo totalmente certi che gli avvisi di garanzia, che riteniamo un gesto politico di intimidazione – conclude il Prc – non fermeranno certamente il movimento NO MUOS.
Solidarietà a tutti i compagn* siciliani indagati e a coloro, in ogni parte d’Italia, vengono colpiti dalla repressione per la loro opposizione all’attuale sistema dominante. NO MUOS fino alla vittoria”.
Solidarietà anche da Eleonora Forenza, candidata nelle liste “Altra Europea”, nel Sud. “Non possono pensare di risolvere la questione del Muos a colpi di denunce – sottolinea Forenza – quella è una battaglia di un popolo. In piazza ogni volta ci sono le donne con i bambini. Ciò che si sta attuando con queste denunce sono atti di pura repressione e intimidazione”.