Fs, i macchinisti in rivolta:
«Vogliamo viaggiare sicuri»
Castalda Musacchio su Liberazione del 13/07/2009
«Quello per cui ci battiamo è la sicurezza, per i ferrovieri e per chi viaggia. Vogliamo che accada un’altra strage forse?». Riccardo è un macchinista di Viareggio. Incalza il cronista che lo ha appena fermato. «Stiamo chiedendo nel contratto di rinunciare ai nostri “benefits” basta che venga garantita la sicurezza. Sa che intendono fare? Sopprimere il secondo macchinista. Il che vuol dire che aumenteranno gli incidenti come sta accadendo con sempre più frequenza in Inghilterra, in Francia, senza parlare dell’Italia». Quelle immagini dell'”ultima Pompei”, come in molti ormai hanno soprannominato la tragedia di Viareggio, sono sotto gli occhi di tutti. Ieri, l’ultima vittima di quel disastro. Alessandro Farnocchia, 45 anni, ricoverato nel centro grandi ustionati nell’ospedale di Villa Scassi di Sampierdarena, a Genova, non ce l’ha fatta.
Aveva ustioni sul 90% del corpo. Era il più grave dei tre feriti ricoverati nel capoluogo ligure. Giovedì era morta nello stesso reparto Sara Orsi, di appena 24 anni. E restano critiche le condizioni della mamma che ha ustioni sull’80% del corpo. E, come se non bastasse, ieri si è verificato un altro incidente, in galleria, vicino Prato, per un treno a lunga percorrenza, diretto a Milano, che ha urtato alcuni oggetti non meglio precisati che sporgevano dalla parete del tunnel sulla direttissima. L’episodio è avvenuto poco dopo le 13, ora sull’accaduto è all’opera la procura della Repubblica di Prato. Due vetture del convoglio sono state danneggiate; ma, a quanto si sa, nessuno dei passeggeri sarebbe rimasto ferito. Dopo un accertamento compiuto a Bologna, il convoglio ha potuto proseguire la corsa verso destinazione. Il traffico sulla linea non ha subìto interruzioni, solo qualche rallentamento per dar modo al personale della Polfer di compiere gli accertamenti del caso. Nessun danno, fortunatamente, nessun ferito questa volta, ma l’ennesimo incidente schivato per un pelo non giustifica il silenzio delle Ferrovie. E comunque non basta, come sollecita Cipolletta, in un’intervista al “Riformista”, ricorrere a standard internazionali per la sicurezza e il controllo dei treni.
«Come ci insegna la tragedia di Viareggio, i tempi di verifica dell’usura non possono essere valutati sulla base di parametri da mercato chiuso», spiega, evidenziando che «non può più essere il fattore tempo a scandire la frequenza dei controlli ma anche il fattore della percorrenza». Quello ferroviario, argomenta, «è un sistema in perenne transizione» e il fatto di vivere in perenne transizione «rende particolarmente delicato il tema degli standard condivisi». Cipolletta ha anche affrontato il tema delle risorse umane. E secondo il presidente Fs «non c’è rapporto tra addetti e standard di sicurezza» puntualizzando anche che «i treni non sono più sicuri con due macchinisti, perché quando non è guidato un treno oggi si ferma e si fermano tutti gli altri in circolazione». Oggi, grazie alla tecnologia, «abbiamo meno addetti e più sicurezza», prosegue, parlando di «una efficienza tecnologica molto avanzata» in riferimento alla diagnostica sulle rotaie. Eppure, a sentire i ferrovieri, non è affatto così. «Con un unico macchinista – replicano – aumenteranno a dismisura gli incidenti». Per tutti questi motivi oggi e domani l’Orsa ha proclamato lo sciopero. I macchinisti «fermeranno i treni per la sicurezza nelle Fs e contro l’istituzione di un solo macchinista alla guida dei treni» rende noto anche un comunicato della rivista dei macchinisti autonomi “Ancora in marcia”. Del resto, «la tragedia di Viareggio e quella di Crevalcore non sarebbero mai potute avvenire – afferma il comunicato – se le Ferrovie non avessero abolito il presenziamento dei treni previsto dal vecchio regolamento e il secondo macchinista». I macchinisti non mancano ancora di osservare come nei 30 anni di gestione Fs «ci siano stati 7 morti contro i 54 dall’inizio della liberalizzazione». E ricordano che la circolazione potrà tornare regolare solo se le Ferrovie accetteranno le tre proposte avanzate: «La riassunzione di De Angelis, lo stop al macchinista unico e l’apertura di un tavolo per la sicurezza».