L’omicidio del non ancora ventenne di etnia “Rom” Petre Ciurar, effettuato domenica 5 Dicembre, presso una baracca in prossimità della stazione ferroviaria di Barcellona P. G. (Me), con l’uso di fucile a canne mozze, ha scoperchiato sul nostro territorio l’esistenza della comunità straniera e lo stato di degrado in cui essa molto spesso è costretta a vivere. Non che i cittadini barcellonesi non sappiano che nella nostra città vivono e lavorano persone di diversa etnia: essi sono dei lavoratori e dei cittadini “invisibili” che solo casi efferati di cronaca nera portano allo scoperto. Secondo i dati del dossier statistico annuale della Caritas-Migrantes, la popolazione straniera nella nostra provincia è in costante crescita (attualmente rappresenta il 3.2% della popolazione della nostra provincia); ma c’è da aggiungere che questi dati si riferiscono a cittadini registrati all’anagrafe dei rispettivi paesi di residenza ed in regola con l’attuale legge sull’immigrazione: molti altri vivono in uno stato di illegalità indotta ed indifferenza sociale e politica. Sarebbe interessante capire che strutture di supporto esistono sul nostro territorio per agevolare i cittadini migranti e per avviare una seria politica di integrazione, contro uno strisciante razzismo che cresce nei confronti di questi soggetti. Atti di pura e semplice solidarietà lasciano il tempo che trovano: quel che serve per avviare una seria e proficua politica di integrazione con la crescente comunità migrante è costituire sul territorio barcellonese ed in tutta la provincia di Messina, da parte degli enti locali, degli sportelli informativi e di gestione delle pratiche di soggiorno dei migranti, che possano agevolare il loro svolgimento; politiche di integrazione sociale e culturale nelle scuole; spazi sociali in cui cittadini migranti e non possano condividere momenti ricreativi e di socialità. Solo allora la solidarietà avrà un senso.
Carmelo Ingegnere – Segreteria Provinciale Rifondazione Comunista Messina