Palermo,  Il Circolo F. Vella del Partito della Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra- e i giovani comunisti di Palermo hanno occupato l’Hotel Patria, per denunciare l’ennesimo sperpero del patrimonio palermitano. Destinato a diventare uno studentato universitario, l’Hotel Patria è simbolo dello spreco di denaro pubblico, milioni di euro sono, infatti, stati spesi per la ristrutturazione. “Sono più di 1100 gli studenti fuori sede che, pur essendo stati ritenuti idonei dall’ERSU, non possono ancora usufruire dell’alloggio gratuito – dichiarano Cecilia Giordano e Paolo Toro, rispettivamente segretaria del circolo F. Vella e coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti. “L’Hotel Patria – aggiungono i due esponenti – con i suoi oltre 100 posti letto, è lasciato in stato di totale abbandono dalla fine dei lavori nel 2008. Siamo convinti che concretizzare finalmente l’apertura dello studentato è necessario, e non solo per gli studenti fuori sede: l’utilizzo dello stabile contribuirà al rilancio della vitalità sociale e produttiva di un territorio, il centro storico, troppo spesso depauperato delle sue risorse. Il circolo Vella di Rifondazione Comunista si fa sentinella del malumore pubblico del quartiere e denuncia, con questa azione di protesta, l’incapacità delle istituzioni di agire per il recupero concreto di questo bene pubblico, diventato ormai icona di una assurda paralisi gestionale.”
 
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Occupato l’Hotel Patria
doveva essere uno studentato

L’immobile di proprietà dell’Ersu è pronto dal 2008, ma non è mai stato aperto perché manca la scala d’emergenza. Ora gli studenti annunciano una raccolta di firme e un esposto in Procura

di CLAUDIA BRUNETTO

Occupato l'Hotel Patria doveva essere uno studentato

Lo studentato universitario è pronto dal 2008, ma non è mai stato aperto. Perché manca la scala di emergenza e l’unica che c’è, necessita di interventi di consolidamento. Così, ieri mattina, nello storico palazzo dell’Hotel Patria al civico 104 di via Alloro, hanno fatto irruzione i ragazzi del circolo Vella di Rifondazione comunista e i Giovani comunisti che sono rimasti lì tutto il giorno per denunciare “lo spreco di denaro, di tempo e di posti letto a fronte di mille studenti fuori sede che, pur essendo idonei, non possono usufruire dell’alloggio gratuito”. Adesso, con la consulenza di un legale, annunciano una raccolta di firme e un esposto in Procura.

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È dal 2008, infatti, che l’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) vigila notte e giorno sul futuro studentato per timore che venga occupato abusivamente, ma di fatto, non può usufruirne, perché nelle condizioni in cui si trova, l’immobile non risponde alla normativa di sicurezza. “Lo studentato  –  dicono dall’Ersu  –  stava per essere inaugurato, avevamo le chiavi delle stanze e avevamo anche acquistato i mobili. Quando poi si è scoperto che i vigili del fuoco non potevano dare l’agibilità per il problema delle scale. Abbiamo solo il

comodato d’uso e non la proprietà, dunque, non possiamo agire a livello strutturale”.
La questione, infatti, è molto complessa. Dietro all’impossibilità di intervenire sulle scale, segnalata già dai tecnici dell’Istituto autonomo case popolari, durante i lavori di ristrutturazione, eseguiti e consegnati temporaneamente nel 2008, pesa l’annoso contenzioso fra l’Università, proprietaria di gran parte dell’immobile e alcuni privati che risiedono al piano terra del grande atrio, dove un tempo c’era la famosa trattoria “Stella”. Una causa in corso, fra le due parti, attualmente arrivata in Cassazione, deciderà sulla questione dell’adeguamento delle scale e dunque sul futuro dello studentato.
Attualmente, non c’è modo di accedere ai quattro piani dell’immobile che potrebbe ospitare una settantina di studenti, se non dallo scalone storico. Realizzare un’altra scala, sarebbe impossibile senza il consenso degli inquilini che dovrebbero dire la loro anche sul consolidamento dello scalone che è, appunto, condominiale.
I mobili destinati all’Hotel Patria, intanto, costati circa 200 mila euro, sono stai dirottati nella sede della Santissima Nunziata. Il 27 febbraio è prevista una nuova conferenza di servizi in rettorato sul tema.