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Per un nuovo inizio: costruiamo insieme la Federazione della sinistra di alternativa in ogni parte della Sicilia

In questi giorni, dopo un lungo lavoro preparatorio, iniziano in tutta l’isola assemblee di discussione del progetto della federazione della sinistra di alternativa. E’ una grande occasione di confronto e di iniziativa in un momento cruciale.
La Sicilia sta vivendo una delle fasi più drammatiche della sua storia. La crisi e l’uso politico di essa da parte di governo e confindustria rischiano di azzerarne l’apparato produttivo, aumentano esponenzialmente i livelli di precarietà, si riattivano flussi crescenti di emigrazione. Un attacco violento colpisce il sistema pubblico dell’istruzione, della ricerca, della cultura. Migliaia di lavoratrici e lavoratori vengono espulse/i dalla scuola, le giovani e giovanissime generazioni siciliane vedono drammaticamente restringersi le occasioni formative, la vivacità culturale trova spazi sempre minori.
La tragedia di Messina dimostra che in Sicilia è in atto una autentica catastrofe ambientale. Il territorio così come l’acqua , l’energia e la gestione del ciclo dei rifiuti sono al centro di gigantesche operazioni speculative. L’insostenibile progetto del ponte sullo stretto è la compiuta metafora di questo atteggiamento criminale nei confronti dell’ambiente.
Le classi dirigenti siciliane  sono protagoniste di una violenta faida si estende in ogni territorio, devastando ogni residua funzionalità di tutti i rami della pubblica amministrazione.

La lacerazione della destra intorno alla governo della Regione e degli Enti locali, il progetto del cosiddetto “partito del sud” vanno letti come atti di una lotta per la ristrutturazione del sistema di potere dominante. Un sistema complesso che vede intrecciarsi  ceti politici,  grandi poteri economici, interessi mafiosi, importanti settori burocratici e professionali.
Questo sistema che sin dall’inizio è stato parte decisiva del blocco berlusconiano è oggi alle prese con le difficoltà del governo e con la ristrutturazione dei rapporti centro/periferia che rende più aspra la contesa per la gestione di poteri e risorse.
 Il PD ha scelto in modo inequivocabile di rinunciare ad una chiara opposizione ed anzi appare sempre più diviso tra tifosi delle diverse opzioni del centro- destra.
Dal punto di vista istituzionale si è realizzata in Sicilia la contemporanea scomparsa della maggioranza e dell’opposizione e domina un quadro confuso e melmoso.
Questa situazione straordinaria- che richiederebbe, come atto di elementare correttezza democratica, nuove elezioni in Sicilia – rende dirompente un problema che non  nasce oggi: l’insufficienza delle forze che propongono un’alternativa radicale allo stato di cose presenti.
La sinistra di alternativa siciliana sconta, oltre alle difficoltà del quadro nazionale, gli effetti di una lunga stagione in cui ha vissuto la politica come luogo separato, accumulando drammatici ritardi di percezione della realtà,di elaborazione, di presenza nei conflitti.
I movimenti sociali, che pure danno vita a lotte  fondamentali, rischiano spesso   di rinchiudersi spesso in una “autonomia del sociale” che impedisce l’ unificazione delle lotte , condizione necessaria sia perché le vertenze possano stringere risultati sia per la costruzione di credibili ipotesi di sviluppo alternativo per la Sicilia.
Non vogliamo rassegnarci a questa situazione. Pensiamo che sia necessario e possibile un percorso, necessariamente lungo, di ricostruzione di un punto di riferimento politico della sinistra di alternativa, che si ponga il compito prioritario di ricostruire condizioni e strumenti per un nuovo impegno di tutti coloro che sentono come insopportabile la situazione esistente.
Il progetto per la costruzione di una federazione della sinistra di alternativa che ci viene dall’assemblea di Roma del 18 luglio è una grande occasione. Forti e chiare sono le discriminati che assume:una rinnovata critica al capitalismo globalizzato e alla sua tendenza alla mercificazione di ogni bene e relazione sociale; una forte opposizione al sistema bipolare come premessa per la riproposizione del tema dell’alternativa; il progetto di un polo della sinistra di alternativa costruito solo dalle forze politiche oggi esistenti  ma con il coinvolgimento a pieno titolo di  tutte le persone e  le esperienze di sinistra che si muovono al di fuori dei partiti; l’idea di una la sinistra di alternativa  che rifiuti ogni abiura, che riconosca la storia di cui proviene  e che abbia consapevolezza che questa storia deve proseguire a partire da una rifondazione delle pratiche, delle teorie, delle forme organizzative.
Pensiamo che questo percorso la cui dimensione nazionale è fondamentale deve però essere assai legato alle esperienze ed alle pratiche di lotta che si sviluppano nei territori, da esse deve trarre linfa per il suo progetto generale.
Assumiamo come  elementi decisivi innanzitutto il  pensiero e la pratica politica delle donne, la critica del maschile che si pretende universale, la politica come costruzione di relazioni.
La lotta contro la militarizzazione del territorio e quella per i diritti sociali, civili e politici dei migranti rappresentano, a partire dalla frontiera siciliana, un discrimine ineludibile per qualunque forza che si proponga di costruire un futuro diverso.
Rilanciamo la lotta alla mafia come questione nazionale di crescente centralità, come moderna critica del sistema di potere costruito dalle classi dominanti.
Sentiamo il bisogno che si apra, come nelle stagioni migliori dei comunisti e della sinistra, un grande dibattito nazionale sulla questione meridionale che sempre più rappresenta un terreno di verifica generale di un progetto politico di trasformazione.
La difficoltà del compito di invertire la tendenza devastante alla frantumazione ed alla passivizzazione delle volontà di cambiamento è evidente. Ancor più evidente è la assoluta necessità di  perseguire questo obiettivo.
Luca Cangemi (segretario regionale PRC- Sicilia)