Ci giunge notizia che in uno dei prossimi giorni si dovrà riunire l’assemblea dei Sindaci per deliberare sul riaffidamento del servizio raccolta dei rifiuti solidi urbani a Sicilia Ambiente.
Auspichiamo che nella prossima riunione, da parte dell’assemblea dei soci si assumano decisioni responsabili, politicamente sagge, nel rispetto delle indicazioni provenienti dai cittadini loro amministrati, per così come si sono espresse nelle tante battaglie promosse dai comitati spontanei; soprattutto auspichiamo che le decisioni assunte dai sindaci nel corso della prossima assemblea  siano rispettose delle indicazioni di legittimità venute con la sentenza del CGA.E’ del tutto evidente che il sistema degli Ato è stato un totale fallimento. Questo sistema non può essere emendato nè rattoppato, andrebbe piuttosto smantellato.
Noi comunisti riteniamo che il servizio della raccolta, dello smaltimento, del recupero, del riciclaggio e del riuso attraverso la differenziazione (elemento quasi del tutto assente nella gestione del ciclo dei rifiuti attuato dal sistema Ato-Sicilia Ambiente) deve ritornare sotto il controllo delle comunità locali. Auspichiamo per questo che venga approvata, in tempi rapidi, a livello Regionale una legge che metta fine all’anarchia degli Ato e risani il disastro che essi hanno prodotto, riportando il servizio vicino  e sotto il controllo dei cittadini fruitori.
A nostro modo di vedere il servizio dovrebbe ritornare in mano ai comuni e quindi ai sindaci, che dovrebbero organizzarlo tenendo conto di una corretta relazione tra costi e servizio reso, in base alle effettive esigenze e dimensioni della popolazione. Gli ambiti ottimali dovrebbero costituirsi e dimensionarsi  sulla base della specifica espressione della volontà di ogni comunità locale; esse dovrebbero poter stabilire liberamente e autonomamente se consorziarsi con altri comuni viciniori al fine di ottimizzare appunto alcuni servizi e alcuni costi, che è poi il vero spirito della legge istitutiva degli Ato. Tale volontà dovrebbe manifestarsi con apposite delibere degli organi elettivi, dopo una discussione che deve prevedere il coinvolgimento nelle scelte da parte dei cittadini.
Tutto ciò comporta un ripensamento complessivo della attuale normativa e della sua applicazione; materia sulla quale le varie forze politiche, sociali e gli stessi cittadini devono impegnarsi al fine di uscire dall’attuale stallo. In attesa di ciò è auspicabile che i vari soggetti in causa non giochino sporco, truccando le carte, al solo scopo di far “vincere” il proprio punto a discapito dell’interesse generale. Se si parte dall’assunto che il sistema deve rimanere tal qual è , comunque si faccia finta di fare i “conti” si arriverà sempre ai famosi 19/20 milioni di euro di cui parla Ragonese. A tal proposito ci sentiremmo di consigliare a Ragonese, o a chi verrà dopo di lui, che, piuttosto che avvalersi di consulenze di rinomati studi romani, costosi ma non sappiamo quanto produttivi, si rivolgesse a qualche collega di altre province, esempio di buone pratiche di gestione delle società d’ambito. Ciò sia per l’elaborazione del famigerato piano industriale che per  la questione dei “conti” per stabilire il costo complessivo del servizio. Se si parte infatti dall’assunto che il servizio non rimane tal qual è i conti possono anche cambiare.
Siccome non siamo talebani possiamo anche ipotizzare che in un percorso trasparente la gestione del servizio, nella fase transitoria che ci porterà alla (auspicata) riorganizzazione e rimodulazione di tutto il sistema, potrebbe anche essere affidata a Sicilia Ambiente; ma è ovvio che non può essere chiamato a dirigere e guidare questa fase lo stesso management che ha causato il disastro.
Domanda: risulta più incomprensibile e inaccettabile l’ostinazione di chi chiede che non venga più riaffidato il servizio a Sicilia Ambiente o quella di chi, con varie e artificiose argomentazioni, magari agitando lo spauracchio dei lavoratori che perdono il posto di lavoro, opera perché alla Società cosi com’è venga riaffidato il servizio?
In attesa che si riacquisti un po’ di sangue freddo e che ognuno si metta a lavorare per comporre e risolvere una situazione che rischia di diventare cancrena, ricordiamo che i consigli comunali devono stabilire l’entità,in capo ai cittadini, del tributo (tarsu) per il 2009. E’ una buona occasione perché i Consigli comunali si riapproprino del proprio ruolo e riacquistino credito e fiducia nei confronti dei cittadini, che ormai non capirebbero più per quale arcano motivo i consigli comunali (ci riferiamo naturalmente a quei comuni che non hanno deliberato negli anni passati) non debbano deliberare tenendo conto della sentenza del Cga e delle norme in vigore, che allo stato attuale, per i casi come quello di Enna, prevedono solo la Tarsu e non la Tia.
Questi a nostro avviso gli elementi essenziali da cui partire per  una definizione della problematica dei rifiuti e per avviare il superamento della grave situazione attuale.
Come Rifondazione Comunista e Pdci invitiamo i sindaci a una seria riflessione su queste questioni; auspichiamo che da parte loro si prendano decisioni chiare e trasparenti, improntate al senso di responsabilità e alla saggezza politica; quella che si aspettano i cittadini loro amministrati ancora in attesa di decisioni, atti e comportamenti rispettosi della legalità e delle loro legittime istanze.
Per parte nostra ci adopereremo per promuovere un incontro pubblico con tutti i soggetti interessati, a cominciare dai Comitati di cittadini che nei vari comuni stanno conducendo assemblee  e espongono pubblicamente il loro punto di vista sulla situazione attuale, avanzando proposte  che hanno la dignità di essere ascoltate quanto, se non più, quelle di chiunque altro.
Rosario Consiglio (segr. Fed. Prc Enna)
Gaspare Di Stefano (segr, Pdci Enna)