Il 12 e 13 giugno si terrà un referendum nazionale dove finalmente tutti noi cittadini italiani potremo dire la nostra e partecipare direttamente alle scelte politiche che solitamente sfuggono al nostro controllo.
In particolare, per una realtà bisognosa di acqua come la provincia di Messina, credo sia fondamentale la scelta di votare Si ai due quesiti per l’acqua.
Promossi da 1,4 milioni di firme raccolte l’anno scorso da cittadini, movimenti, partiti ed associazioni. Firme raccolte anche nella nostra provincia, con grande e trasversale successo, da noi di Rifondazione Comunista.
I due quesiti sull’acqua (scheda rossa e scheda gialla) sono quindi il frutto di un grande sforzo di mobilitazione da parte di partiti, movimenti, associazioni e cittadini, tutti uniti nell’opporsi alla trasformazione di un bene vitale come l’acqua in strumento di profitto per poche multinazionali.
Battendosi contro l’ennesima legge di un governo Berlusconi sempre più che mai occupato a soddisfare gli appetiti di lobby affaristiche invece di fare gli interessi della cittadinanza tutta.
A confermare le nostre tesi sappiate che in tutti i paesi avanzati dove il servizio idrico è stato privatizzato si sta tornando ad una gestione pubblica (esemplare il caso di Parigi) poiché le società private hanno semplicemente dimostrato di saper solamente ricercare il profitto, aumentando le bollette, a scapito degli investimenti necessari.
E’ chiaro infatti che tali società a capitale privato, dato che sono quotate in borsa, lecitamente hanno come loro obiettivo la creazione di profitto per i propri azionisti.
Tale creazione di profitto in un sistema “monopolistico” (è conclamato che i bandi di gara pubblici vengono spartiti prima, evitando quindi concorrenza e corse al ribasso) come può avvenire? In due modi: aumentando il consumo di acqua (scelta suicida dato che l’acqua è l’oro blu, sempre più raro prezioso), aumentando le bollette.
Con le leggi nazionali che ci apprestiamo felicemente ad abrogare, il governo che parla tanto di “federalismo” non fa altro che obbligare i comuni a cedere la maggioranza delle società idriche ai privati, esautorando le giunte da qualsiasi decisione in controtendenza, alla faccia dell’autonomia!
Ai sostenitori del “privato è bello” facciamo notare che i tanto vituperati “carrozzoni clientelari” (come gli ATO) si sono proprio formati in seguito alla partecipazione dei privati alla gestione dei servizi pubblici con la creazione di s.p.a. Con i novelli consigli di amministrazione conseguenti, infatti, sono venuti meno i vincoli e i controlli, per esempio per le assunzioni, tipici di un servizio completamente pubblico.
E per non deluderli noi promotori dei SI al referendum chiediamo anche lo scioglimento di queste s.p.a. dato che votando SI anche al secondo quesito (scheda gialla) aboliremo la legge che prevede la remunerazione del capitale investito dal gestore, rendendo così le partecipate inappetibili.
Vinceremo se andrà al voto la metà dei cittadini italiani (raggiungimento del quorum), ci sono segnali positivi, ultima l’adesione del presidente della Repubblica, ce la possiamo fare!
Per tutte queste ragioni il Partito della Rifondazione Comunista (Federazione della Sinistra) invita i cittadini a recarsi alle urne.
Cittadini, non fatevi fregare, votate e fate votare Si, ma soprattutto andate a votare!
Contribuiamo a questa battaglia di civiltà, difendiamo i beni comuni e le nostre bollette, il 12 e 13 giugno facciamo “battere il quorum”!
Gianluca Pini, Resp. Movimenti Segreteria provinciale Prc/FdS Messina