Palermo, 19/ 07/ 2014 – Non poteva esserci altra fine alla lunga storia della privatizzazione della gestione dell’acqua pubblica da parte dell’ATO1 di Palermo. Abbiamo vissuto dopo la privatizzazione del comparto idrico anni di gestione carente, priva di mezzi e investimenti con un consistente aumento dei costi delle tariffe per i cittadini. Il falso obiettivo, da sempre sbandierato dai sostenitori della privatizzazione dell’acqua, fra cui ritroviamo tanti sindaci e tanti deputati regionali, di poter modernizzare il settore affidandolo al privato, oggi appare totalmente errato. La volontà politica dei partiti della destra e di parte del PD siciliano di privatizzare, ha prodotto solo un grave danno alla collettività amministrata, ritardando la possibilità di far registrare un vero e profondo rinnovamento necessario nella gestione del settore idrico che solo la gestione Pubblica avrebbe potuto realizzare. E’ amaro constatare che oggi il servizio ripassa direttamente ai comuni consorziati fra loro, l’acqua ritorna ad essere gestita da soggetti pubblici. E’ la proposta che Rifondazione Comunista siciliana fece nel lontano 2005 e che oggi dopo tanto scempio e spreco di risorse si mostra la più corretta.. Rifondazione comunista ribadisce la necessità che l’assemblea siciliana approvi immediatamente, per affrontare organicamente l’attuale deficit del comparto idrico siciliano, la legge sulla gestione pubblica dell’acqua in Sicilia. La legge presentata ormai da anni dai comitati siciliani per l’acqua pubblica, sottoscritta da centinaia di migliaia di cittadini e sostenuta da tanti comuni e da Rifondazione Comunista siciliana non può più attendere.
Antonio Marotta – segretario regionale del PRC-sicilia.