Una vera e propria levata di scudi promossa dal Presidente di Confcommercio è stata lanciata contro il Pride catanese e contro le istituzioni che ne hanno garantito lo svolgimento. Le foto testimoniano di una grande presenza di giovani e cittadini rigorosamente in mascherina per una manifestazione che è politica, e non ludica e commerciale.

Non sappiamo se lo zelo oggi manifestato sia stato ugualmente profuso in passato per garantire alle e ai dipendenti delle attività commerciali quelle tutele previste dalla normativa anticovid e dai protocolli prefettizi. Sappiamo per certo che in molta parte delle attività evocate dal dottor Agen non vengono rispettati i diritti contrattuali del lavoro dipendente, sia sul terreno della regolarizzazione sia sul piano dei riconoscimenti salariali e dei versamenti dovuti agli enti previdenziali.

Sappiamo anche che in passato, nel settore dei trasporti e in molti luoghi di lavoro, il contagio ha avuto facilità di diffusione e non per colpa delle lavoratrici e dei lavoratori, quasi sempre vittime sacrificate sull’altare dei profitti. Ci sembra infelice poi il richiamo alle misure preventivate per le festività agatine: un panino con la carne di cavallo si può gustare con le giuste distanze e senza l’assillo della calca di decine di migliaia di persone.

Mimmo Cosentino, segretario regionale Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea