di Carmelo Albanese, Coordinamento nazionale Giovani Comunisti/e
Che i massimi dirigenti della Kore non abbiano mai aspirato a far diventare l’università ennese statale è sempre stato chiaro.Nonostante tutto ancora, il pur traballante sistema statale universitario si qualifica tale per il controllo “pubblico” sul terreno accademico ed economico-finanziario degli atenei, funzione questa poi espletata in diverse forme, ad esempio garantendo il controllo democratico sulle decisioni delle strutture universitarie da parte delle componenti (studenti, docenti, ricercatori) che quel mondo rappresentano, o pianificando un sistema di tasse su base reddituale tale da permettere tendenzialmente a tutti gli studenti l’accesso alla formazione, così come dallo spirito dell’articolo 3 della nostra Costituzione.
Tutte cose, lo sappiamo, che per i nostri rappresentano lacci e laccioli difficilmente sopportabili in quanto limiterebbero le magnifiche sorti e progressive del rinomato ateneo. D’altronde, a questa proclamata ambizione non ci credeva nessuno nemmeno al tempo dell’ormai epica battaglia autostradale, con tanto di deputato alla testa degli insorti, allorché, nello schema del “vorrei ma non posso”, veniva utilizzata l’argomentazione che l’allora riforma Moratti impediva la costituzione di nuovi atenei statali per un limitato numero di anni e che dunque, fino a quel giorno, si sarebbe dovuta seguire la strada che poi venne effettivamente intrapresa.
La certezza che l’ateneo ennese resterà quel che è ci viene oggi chiaramente data niente poco di meno che dal Consiglio d’Amministrazione di questo, che intervenendo sul tema della costituzione del quarto polo universitario siciliano, assieme ai distaccamenti di Siracusa e Ragusa, in una nota sostiene che “l’Università Kore di Enna non intende partecipare ad alcuna forma istituzionale che ricalchi modelli universitari vecchi e statalisti” e che il proprio modello innovativo “corrisponde ampiamente al progetto di governance degli atenei proposto dal ministro Gelmini” (www.ennanotizie.info del 15/11/2009). Storicamente, le rivendicazioni anticentraliste hanno sempre nascosto il tentativo di sparute èlites di garantirsi privilegi senza ingombri, e in effetti, la dichiarazione del presidente del Consorzio universitario ibleo (già parlamentare di Forza Italia), che fa eco a quella dell’organismo ennese, sembra alludere proprio a questo. Costui, infatti, sogna un mondo, per l’università “de noi antri”, in cui lo Stato abbia un ruolo notarile e di semplice elargitore di denaro, sostenendo che questo “si limiterà ad assicurare la validità del titolo di studio rilasciato e metterà a disposizione le risorse del Fondo nazionale di funzionamento dell’università per pagare i docenti” (ibidem). In questo lucido schema, sarebbe da capire a cosa dovrebbero servire le rette da migliaia di euro che ad oggi versano gli studenti, se dalle spese dell’ateneo-fondazione venisse decurtato questo ingente capitolo. Da oltre un anno la contro-riforma del Ministro Gemini viene fortemente contestata in tutte le piazze d’Italia e, non di rado, mi sono trovato a fianco in queste manifestazioni tanti iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico. Sarebbe curioso, a questo punto, sapere cosa pensano di tali innovativi progetti i dirigenti locali di questo partito e del suo gruppo giovanile, così come pure l’Associazione Campus, che di quello è di fatto la succursale, così solerte, normalmente, ad intervenire sulle più disparate questioni. Certo, forse sbaglio io, su queste vicende la politica non dovrebbe entrarci; a ricordarmelo è lo stesso sito internet della Kore che nella sezione “breve storia” spiega che proprio la formula giuridica della fondazione venne scelta a suo tempo proprio allo scopo di garantire “la piena indipendenza dalla politica locale, requisito indispensabile per il funzionamento di un ateneo”. Non c’è, infatti, una porta girevole tra il palazzo della politica locale e quello dell’università: non è vero che fino a qualche anno fa il Consiglio d’Amministrazione della Kore era composto dalla deputazione provinciale, bi-partisan; non è vero che l’attuale presidente dell’università lo è stato anche della Provincia regionale; non è vero che il Rettore ha una lunga e brillante carriera politica alle spalle, avendo pure ricoperto l’incarico di Ministro della difesa; non è vero che l’attuale vicesindaco del comune di Enna è anche presidente del Consorzio Ennese Universitario(….) Si, è vero, forse sbaglio io, ma mi si perdonerà, io sono comunista.
Carmelo Albanese
Coordinamento nazionale Giovani Comunisti/e