Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, si è dimesso. Nell’ufficializzare le sue dimissioni, annunciate da settimane, davanti al parlamento siciliano, Raffaele Lombardo ha informato che la Sicilia andrà al voto il 28 e 29 ottobre.
Nel suo discorso Lombardo ha fatto riferimento alle polemiche sul rischio default della Sicilia parlando di “tattica politico-mediatica disonesta e criminale” che ha “infangato” la Regione a livello internazionale. “La mia è una scelta lucida e ragionata, mi auguro che si possa aprire nuova fase governata da uomini liberi e non intruppati che lavorino contro l’ascarismo e il trasformismo”, ha dichiarato Lombardo. “Lascio la presidenza e qualsiasi carica politica senza rimpianti e con orgoglio”, ha aggiunto.
Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, parla di mossa tardiva e auspica una forte discontinuità con il passato: “Le dimissioni di Lombardo, arrivate comunque troppo tardi, segnano la fine di una delle esperienza più tragiche dei governi regionali, forse solo dopo quella di Cuffaro, basata su clientelismo, incapacità amministrativa, spreco di risorse e attraversata da indagini per voto di scambio. Ora occorre voltare decisamente pagina in Sicilia e costruire un’alternativa, in discontinuità col passato, che veda insieme le forze della sinistra, i movimenti, gli ambientalisti , con un programma partecipato: a partire dall’esperienza di Palermo conclude- è necessario e auspicabile unire le forze per una nuova primavera siciliana”.