Questa piccola televisione artigianale attraverso la protervia del suo conduttore e dei collaboratori, rappresenta in modo esemplare un servizio pubblico scevro da veti padronali, da interferenze politiche incrociate e selettive, da bavagli e da ossequiosi subordini verso i potenti.
La voce “scomoda” di Pino Maniaci ha denunciato in questi anni il malaffare e i suoi affezionati affiliati, dimostrando nella pratica l’assunto di Paolo Borsellino: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.
Chiudere questo spazio di informazione locale equivale a consegnarsi al silenzio e nel silenzio, considerata la storia di Pino Maniaci, si può anche uccidere.
Circolo “G.Impastato” Rifondazione Comunista – Castelvetrano (TP)