Venezia, era ai domiciliari e non doveva frequentare pregiudicati. Nella sede di Rc ce n’era uno
di Alberto Zorzi, sul Corsera edizione Veneto del 31 ottobre 09
VENEZIA – Più di tutto, poté (o meglio rischiò di potere) la politica. Perché lui, a sentire tutti, era un «detenuto» modello: andava con regolarità al Sert per curare la sua tossicodipendenza, lavorava presso la cooperativa «Rio Terà dei Pensieri», che permette ai detenuti di fare attività manuali esterne al carcere, così come contenta di lui era anche la direzione della Casa dell’ospitalità Sant’Alvise di Venezia. A rischiare di farlo ritornare in carcere è stata invece la sua passione per Rifondazione comunista, anche se il suo avvocato Florindo Ceccato è riuscito a farlo scarcerare in tempi record.
Protagonista di una vicenda quasi kafkiana è Riccardo Carnielli, 51 anni, giudecchino. Nel febbraio del 2008 nella rivendita di alimentari da lui gestita in fondamenta delle Capucine, a Cannaregio, i carabinieri trovano quattro etti di cocaina e un etto di hashish. Viene arrestato e nel maggio successivo patteggia di fronte al gip veneziano Antonio Liguori una pena di quattro anni e due mesi di reclusione, da scontare ai domiciliari. Nei mesi successivi però Carnielli si comporta bene e ottiene la misura più lieve dell’affidamento in prova ai servizi sociali, con la prescrizione però di non intrattenersi con pregiudicati. Ma «pregiudicato» è chi, anche in passato, abbia ottenuto una sentenza di condanna… ed è qui che capita l’inverosimile.
Carnielli frequenta infatti spesso il circolo della Giudecca di Rifondazione comunista e in quella sede, in un giorno di fine settembre, i carabinieri lo vedono mentre parla con Massimo Fantinelli: 46 anni, veneziano pure lui, è un consigliere del circolo, ma nel lontano 1988 era stato condannato per un furto. Un «pregiudicato», dunque. E così lo scorso 1 ottobre il magistrato di sorveglianza sospende il beneficio e dunque Carnielli rischia di dover tornare dietro le sbarre. L’avvocato Ceccato si oppone ed ottiene un’udienza a breve termine, che si è celebrata martedì scorso, con un collegio guidato dal presidente Giovanni Tamburino: il giorno successivo il tribunale ha sciolto la riserva, dandogli ragione. Carnielli ha infatti spiegato che non ne sapeva nulla, che per lui Fantinelli era semplicemente un referente politico, che lui tra l’altro era andato ad abitare alla Giudecca solamente nel 1993, dunque 5 anni dopo la sua condanna. Il suo legale ha prodotto tutte le referenze a lui favorevoli e anche un atto del circolo in cui risultava la firma di Fantinelli come consigliere, proprio a dimostrazione del fatto che Carnielli era assolutamente in buona fede e non certo intento a delinquere di nuovo. Ora l’uomo è tornato alla sua condizione precedente. E chissà se si azzarderà ancora a frequentare il partito.