Hanno passato la notte nello stabilimento Fincantieri di Palermo, davanti alla piattaforma petrolifera che la Saipem vuole ultimare altrove, forse in Spagna, le Rsu di Fiom Fim e Uilm. Una iniziativa proclamata ad oltranza dopo le tensioni di ieri esplose in seguito alla conferma della notizia che “la Scarabeo 8” andra’ via il 10 ottobre. Una mossa che avvalora i timori di un disegno di ridimensionamento del Cantiere di Palermo. Peraltro l’azienda ha chiesto la cassa integrazione di 52 settimane per 470 dei 530 operai. Insomma, la protesta va avanti. E, stamane, al termine di un’assemblea infuocata, cui ha preso parte anche l’indotto, e’ stato proclamato per domani uno sciopero di otto ore e un corteo che dallo stabilimento arrivera’ alla presidenza della Regione. “Chiediamo che le istituzioni intervengano – dice Francesco Foti della Fiom Cgil – per un chiarimento. Ci rivolgiamo al prefetto, al governo regionale, al governo nazionale perche’ interloquiscano con la Saipem sulla vicenda. Occorre un soggetto terzo tra la Saipem e Fincantieri”. Alla regione viene chiesto il celere rispetto degli accordi del giugno scorso che garantivano risorse per avviare la ristrutturazione dei due bacini di carenaggio. «Noi non chiediamo a Sacconi nessun tavolo, perche’ non e’ il ministro del Lavoro che deve convocarlo» ha sottolineato il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, parlando del tavolo su Fincantieri convocato da Sacconi con azienda e sindacati. «Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio, che dovrebbe essere anche il ministro dello Sviluppo economico. – spiega Landini – Fincantieri non solo e’ un’azienda pubblica, ma bisogna discutere di un piano industriale vero per rilanciarla, come hanno fatto in Francia e negli altri stati». Il segretario della Fiom mette le cose in chiaro: «Non c’e’ disponibilita’ a discutere di ridimensionamenti e non e’ il ministro del Lavoro, oggi, il titolato a discutere di Fincantieri». La data in cui Fim, Fiom e Uilm incontreranno il management di Fincantieri per avere chiarimenti sul piano industriale 2010-2014 (dopo le anticipazioni di stampa su eventuali esuberi e chiusure di cantieri) è stata fissata per il 27 settembre. «Abbiamo già previsto con Fincantieri per lunedi’ prossimo – ha spiegato il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini – un incontro per capire se tali notizie abbiano una loro fondatezza». Secondo il sindacalista, «e’ urgente e non piu’ rinviabile, avviare un programma di commesse e investimenti pubblici per tutti i comparti della cantieristica, per fare questo, e’ quindi indispensabile che siano messi a disposizione dal Governo i fondi necessari per permettere ai vari ministeri di avviare programmi in tempi rapidi e velocemente cantierabili». Ghini, anche a nome di Fim e Fiom, ha definito «non piu’ rinviabile un tavolo di confronto con Palazzo Chigi, oggi, ancora piu’ urgente dopo le anticipazioni di stampa, su di un fantomatico piano industriale che produrrebbe solo disastri».