L’uscita di scena dell’amministratore delegato di Unicredit merita d’essere commentata perché è il segnale visibile del cambiamento dei rapporti di forza all’interno della maggioranza di governo e della grande finanza nazionale.
Qualcuno ha pensato – per sfiduciare Profumo – di sfruttare come “casus belli” la crescente presenza di capitale libico  nella composizione azionaria di Unicredit. Di fatto i capitali libici in Unicredit, dopo l’acquisto di un pacchetto di azioni pari a poco più de 2% da parte della Lybian Investment Authority, ascendono complessivamente al 7% (quasi il  5% era già detenuto dalla banca di stato libica).
La Lega da molto tempo proclama la propria esigenza ad avere un peso maggiore nel mondo finanziario e non sembra quindi casuale l’intervento del sindaco di Verona, il leghista Tosi che ha sparato a zero su Profumo, che si sarebbe reso colpevole di non aver avvisato i soci dell’aumentato peso della Libia in Unicredit. Di fatto così si cementa anche nel settore bancario l’asse Berlusconi-Bossi.
Si premette che – dal nostro punto di vista –  la strategia di Unicredit in Sicilia è stata più che criticabile. La scomparsa del Banco di Sicilia e il suo assorbimento nel “bancone” sono stati dei colpi molto duri per la comunità siciliana per il costo rappresentato dalla perdita di posti di lavoro  e di vicinanza alle specifiche esigenze del territorio che solo una banca a dimensione regionale può assicurare.
Ciò precisato, si deve aggiungere però che le dimissioni dell’A.D. di Unicredit destano preoccupazione e molti interrogativi perché cadono in una fase della politica nazionale e regionale assai  delicata.
Una accentuata caratterizzazione in senso “nordista” della leadership all’interno del Gruppo in ossequio agli appetiti della Lega non può non suscitare preoccupazione nei siciliani.
La Sicilia ha bisogno per uscire dal sottosviluppo a cui è condannata dalla politica antimeridionalista del governo nazionale, di soggetti finanziari con  forte radicamento nel territorio e con spiccata vocazione alla soluzione delle sue complesse problematiche economiche e sociali.
Mario Guarino
Rifondazione Comunista – Palermo