Negli ultimi mesi è aumentato il numero di persone (uomini, donne anche gestanti e bambini) che tentano di arrivare in Italia e si scontrano con una frontiera sempre più militarizzata. Siamo di fronte ad una continua strage del proibizionismo, con il benestare di una politica che vuole solo additare come responsabili dei naufragi i soliti scafisti, spesso a loro volta vittime di un sistema messo in atto dai governanti europei e dal braccio esecutivo del bastione italiano.
In un contesto politico e socio-culturale che perdura da oltre vent’anni nel campo delle politiche migratorie, con un costante uso della forza e del rifiuto dei corpi di donne e uomini e i tanti bambini che ci galleggiano sotto gli occhi, non riusciamo a creare una vera rete di solidarietà e di accoglienza. Un’accoglienza che sappia abbracciare in vari modi la tragedia umana e psicologica delle persone che arrivano e che vengono trattati come non-persone.
Vince la cattiva politica, quella degli accordi bilaterali che l’Italia e l’Europa sottoscrivono con i nuovi regimi dell’altra sponda del Mediterraneo, resta la famigerata legge Bossi- Fini e perdura la solita “accoglienza” con la cabina di regia delle prefetture.
Non solo in Europa non cambia nulla riguardo ai temi del rispetto dei diritti umani e dell’accoglienza, ma rendiamo legali i sistemi di un controllo più ferrato ed infernale in cui stritoliamo le vite di tutte le persone che riescono a giungere nelle nostre coste e che cominciano a vivere un ulteriore calvario fatto di attese e di continui trasferimenti da una città all’altra, con una residenza per non-persone.
A Messina dal mese di ottobre è stato allestito un centro in una struttura sportiva concessa dall’Università di Messina alla Prefettura, struttura dichiarata inagibile dall’ASP dopo che è stata utilizzata per un mese e che nei fatti ha mostrato l’inadeguatezza strutturale e che ha messo in luce l’indegno tentativo di voler stipare persone.
Questa struttura è stata subito rimpiazzata da una tendopoli allestita nello stesso spazio sportivo. Struttura altrettanto inadeguata, ma dove continuano ad essere smistati direttamente dagli sbarchi uomini e donne, anche minori.
Un tipo di accoglienza contro cui il Circolo Peppino Impastato del PRC di Messina si è espresso e contro cui continua a dire che è una vergogna. E’ chiaro che l’accoglienza in mano alle prefetture si inserisce in un processo di militarizzazione del territorio siciliano ed è all’interno di questa logica che il Ministero della Difesa ha messo a disposizione la caserma di Bisconte-Camaro.
Una struttura che può sembrare adeguata ad ospitare persone, ma che risponde alla logica di controllo e di smistamento messa in campo dalla politica nazionale.
Nonostante la mobilitazione di un movimento antirazzista messinese che si oppone a questo tipo di gestione del bisogno umano e sociale di chi migra, la prefettura di Messina continua ad adottare le stesse misure securitarie e continua in maniera imperterrita a ricevere ordini dal Ministero dell’Interno sulla gestione di una non- accoglienza.
Tutto ciò svuota qualsiasi intervento si voglia intraprendere anche a livello di istituzioni locali e nonostante la netta opposizione del sindaco di Messina alla tendopoli, rimane l’amaro in bocca rispetto ad una città che nei momenti delle forti e intense piogge dei giorni scorsi non ha saputo aprire le porte ai bisogni di donne e uomini costretti a dormire nelle tende. Tranne qualche voce isolata rappresentata da poche strutture religiose.
Le soluzioni devono essere quelle di predisporre delle strutture pubbliche e nel centro cittadino, affinché questi giovani in attesa della convocazione della commissione per i richiedenti asilo, stiano in contatto con quelle realtà che possono aiutarli e supportarli in un percorso di inclusione linguistica e sociale.
Crediamo che ovunque occorra ristrutturare il sistema dell’accoglienza, anche perché non dobbiamo consentire la crescita di questi luoghi prefettizi improvvisati e spesso anche sconosciuti, in cui si “gestiscono” vite umane.
Come circolo Peppino Impastato del PRC Messina, ci opponiamo a qualsiasi tentativo che cerca di promuovere una politica dell’esclusione, contro la fabbrica delle leggi che rinforzano gli interventi di Frontex e dell’operazione di Mare Nostrum.
Per questi motivi come partito della rifondazione comunista chiediamo a gran voce che in questa città non si avvii alcuna operazione di accoglienza che non rientri nel rispetto delle Convenzioni Internazionali e della Costituzione Italiana rispetto ai diritti umani.
Non possiamo ammettere che ci sia in nuce la costruzione di un centro come quello del Cara di Mineo, in cui la guerra ai migranti insieme al business degli imprenditori morali del dolore sono diventati il peggiore mix di una accoglienza razzista e disumana.
Chiediamo, in generale, a gran voce che si aprano dei canali umanitari per accogliere coloro che subiscono guerre e persecuzioni e, a livello locale, di operare in una direzione diversa da quella finora messa in atto, affinchè si creino dei veri modelli di accoglienza che possano accompagnare e sostenere nei percorsi di inclusione questi giovani che scappano da situazioni di povertà e di guerre insostenibili.
Gli SPRAR che partiranno da febbraio in tutta Italia potranno accogliere 15 mila persone, un numero esiguo rispetto agli arrivi di questi ultimi mesi, e senza avallare il sentimento che in Italia c’è l’invasione da parte dei migranti, va subito proposta una politica che sposti i fondi del business delle varie leghe COOP, come quella di Lampedusa, a una gestione umana e inclusiva dei richiedenti asilo.
Con la stessa forza intendiamo opporci alla politica italiana ed europea che propone i caccia e i droni contro l’umanità che arriva dalle sponde del Sud del Mediterraneo e che usa la Sicilia come territorio da cui far partire queste operazioni di guerra umanitaria e non di aiuto umanitario.
Circolo PRC “Peppino Impastato” – Messina