Dopo l’arresto del boss latitante Filippo Barresi, personaggio di spicco della criminalità organizzata barcellonese, ma che in base ai rilevamenti ancora in corso, aveva influenze in altri centri importanti della provincia messinese, la magistratura, congiuntamente con le forze dell’ordine hanno inferto un duro colpo alla struttura mafiosa del nostro comprensorio.
Dopo l’arresto, si sta lavorando alla ricostruzione dei fiancheggiatori e delle proprietà legate al boss. Questa operazione, brillantemente conclusa, consegna adesso alla politica il dovere di fare delle leggi che combattano ed estirpino il cancro mafioso, colpendo nel cuore delle varie organizzazioni criminali: gli interessi ed i profitti accumulati illegalmente.
Per fare in modo che la magistratura possa operare al meglio e con degli strumenti ottimali e che il fenomeno mafioso non si ripresenti con nomi e personaggi nuovi ma con le stesse modalità, sarebbe necessaria l’approvazione della legge Ingroia – La Torre: questa legge prevede un adeguamento della legge Rognoni- La Torre che fu la prima ad occuparsi della confisca e riutilizzo dei patrimoni mafiosi; nello specifico si tratta di ridurre i tempi di requisizione, passando dagli attuali 720 a 120 giorni; l’istituzione di un Alto Commissariato per l’acquisizione e il riutilizzo dei beni di provenienza criminale, nominato dal CSM; I beni requisiti verrebbero celermente impiegati nel Servizio sanitario pubblico, nella Pubblica istruzione e come ammortizzatori sociali. Questa legge, se applicata, cambierebbe completamente rotta al radicamento mafioso e sarebbe un strumento per prosciugare la palude criminale in cui L’Italia e la nostra Provincia in particolare è immersa.
Carmelo Ingegnere, Segretario provinciale PRC Messina