Si riporta l’intervento del Consigliere provinciale della Federazione della Sinistra, Salvatore Cacciato (nella foto), fatto nella seduta consiliare del 30 luglio in riferimento alla convenzione per la statalizzazione del Liceo linguistico:
“in questi due mesi di esperienza consiliare, ho avuto modo di constatare che la conduzione della gestione di questa Provincia è stata improntata all’appagamento dei diversi personaggi di questo teatro, e nelle variegate forme di appannaggio, per far sì che i problemi veri della collettività, quelli che meriterebbero superlativa attenzione, venissero trascurati o trattati con un’attenzione burocratica o ancora peggio inosservati, come se non esistessero.
Il punto all’Ordine del Giorno che stiamo trattando oggi e cioè la Statizzazione del Liceo Linguistico, è un punto che si sarebbe dovuto trattare già nell’ottobre 2010 (all’incirca).
Infatti, sin dall’avvio dell’anno scolastico 2010/2011 si sono venute a determinare per questo Ente provincia gravissime difficoltà derivanti dalla palese contraddizione tra l’obbligo di osservare incondizionatamente il rigido dettato contenuto nell’art. 14, comma 9 del Decreto Legge 78/2010, convertito con Legge 122/2010 (ossia il divieto di procedere a qualsivoglia tipologia di assunzioni a causa del superamento della percentuale del 40% ivi stabilita del rapporto fra spese correnti e spese del personale), e l’obbligo di assicurare i vari insegnamenti e la continuità didattica, nell’Istituto in questione, per evitare gravi ripercussioni sull’intera organizzazione dell’offerta formativa e, di conseguenza, sulle aspettative di un’ampia platea studentesca.
Vero è che questa Amministrazione si è attivata con circostanziato quesito al Dipartimento della Funzione Pubblica, tendente ad ottenere un parere circa la possibilità di applicare un’interpretazione derogatoria all’art. 14 c. 9 del D.L. 78/2010, consentendo a questa Provincia Regionale, e per esteso a tutte le scuole paritarie gestite dagli Enti Locali, nel rispetto delle autonome capacità di bilancio di gestire il reclutamento del personale scolastico secondo la disciplina vigente per le scuole statali alle quali il divieto, di cui trattasi, non si applica.
Vero è che analoghi quesiti sono stati inoltrati al Ministero dell’Economia e Finanza, al Ministero della Pubblica Istruzione ed alla Corte dei Conti Sezioni riunite per la Regione Siciliana.
A quanto sembra e risulta, il Presidente Monaco può smentirmi se non è così, solo la Corte dei Conti, a seguito di un successivo sollecito, si è pronunciata dichiarando inammissibile sotto il profilo oggettivo il quesito posto dall’Amministrazione Provinciale. Ora io non sono un giurista, ma penso che questo tipo di risposta non debba intendersi come un divieto poiché, se tale fosse stato, la pronuncia della Camera di Consiglio della Corte dei Conti sarebbe stata categorica ed incisiva.
Ad avvalorare questa tesi arriva anche la deliberazione n. 135/2012/PRSE adottata dalla Sezione di Controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana, nell’adunanza del 19 aprile 2012 alle ore 11,00, che relativamente alla spesa per il personale ed alla sua incidenza sulla spesa corrente rivolge un invito ad accelerare la procedura di riconversione del Liceo linguistico in istituto statale al fine di beneficiare dell’alleggerimento dell’onere relativo alla spesa per il personale docente: ripeto è un invito molto soft e cosa ancora più importante non riguarda un divieto ad una procedura che va a cozzare contro l’art. 14 c. 9 del D.L. 78/2010.
Ripeto e voglio evidenziare che a tutt’oggi, in ordine alla problematica sollevata dall’Ente Provincia, non risultano pervenuti pronunciamenti in senso negativo da parte degli organi interessati ma, al contrario, risulta affermato, in sede parlamentare, ad opera del rappresentante del Governo, nella persona del Sottosegretario all’Istruzione nella seduta della Camera dei Deputati dell’11/11/2010, in risposta alla specifica interpellanza n. 2-00860, il principio opposto, e cioè che il divieto posto dal citato D.L. 78/2010, convertito con Legge 122/2010, non possa ritenersi operante, in ragione della specificità delle esigenze connesse alla didattica presenti nelle scuole statali che ricorrono anche per le scuole paritarie gestite dagli Enti Locali, valendo, altresì, anche per esse i principi sanciti dalla Costituzione in materia di diritto all’educazione, allo studio ed all’istruzione.
Il rappresentante del Governo ha precisato, altresì, che la ratio del richiamato art. 14, c. 9 del D.L. 78/2010, convertito con Legge 122/2010 deve essere rinvenuta nella volontà di impedire agli Enti Locali l’adozione di politiche espansive della spesa di personale, con riguardo a operazioni di reclutamento caratterizzate da un significativo margine di autonomia e discrezionalità (questo è un elemento importante che non può essere ravvisato nello specifico caso che interessa a noi).
Fatta questa premessa, se i dati che vi sto fornendo corrispondono al vero, e vi dico che corrispondono al vero poiché contenuti nelle memorie del Presidente della Provincia con prot. n. 13742 del 16 aprile 2012, il problema che stiamo affrontando oggi e che tiene in angoscia centinaia di persone, tra docenti, non docenti, studenti, familiari di studenti, non doveva, in alcun modo, mai essere posto.
L’Istituto “Abramo Lincoln” di Enna con sezione staccata ad Agira doveva, o deve, qualora vengano chiarite le cose, continuare la sua attività didattica normale, con un normale inizio anno scolastico come in tutte le normali scuole statali o paritarie.
L’idea e la conseguente azione presso la Corte dei Conti, che il collega Consigliere Giuseppe Regalbuto accennava nella scorsa seduta di Consiglio, anche se fatta a titolo provocatorio, non era tanto peregrina. In questo, caro Giuseppe, devo darti ragione, anche se su fronti opposti abbiamo una visione delle cose che ci accomuna. Forse abbiamo perso quella stimolazione che ci faceva scendere in piazza a manifestare contro le ingiustizie: l’assuefazione a tutto quello che ci viene propinato è oramai un fatto assodato e qualsiasi cosa ci dicono o ci impongono viene passivamente accettata.
Io dico basta a questo sistema. Un sistema che evade dalla trasparenza, dalla legalità, un sistema che prende il popolo per il collo, incutendo terrore, il rischio di licenziamento, i soldi che mancano, la precarietà del lavoro l’insicurezza su tutto del domani. Ecco quello che giornalmente ci inculcano.
I nostri ragazzi non hanno bisogno di queste porcherie, i nostri figli hanno bisogno di serenità, hanno bisogno di fiducia, di sapere che il futuro c’è, che ci sono le leggi e bisogna rispettarle a tutti i livelli, hanno bisogno di sapere che domani faremo questo e faremo questo altro e quindi ci possiamo organizzare.
Bene abbiamo fatto la scorsa seduta a rinviare questo punto e a non approvare quella convenzione, monca di tante cose, e ad esperire ulteriori tentativi presso l’Ufficio Regionale Scolastico alla ricerca di soluzioni che potessero soddisfare le aspettative di tutti gli attori di questa vicenda.
Un risultato concreto lo abbiamo ottenuto ed è un risultato accreditabile al Consiglio Provinciale e non certo all’Esecutivo. Sono convinto che azioni incisive, a tempi opportuni, avrebbero portato a riscuotere più di un risultato, compresi quelli che a volte sembrano impossibili: e mi riferisco alla possibilità di lavoro anche per il personale precario del liceo. Sono altresì convinto che, tante volte, nella risoluzione di determinate problematiche occorre metterci il cuore, la convinzione di riuscire, il coinvolgimento di tutte le forze politiche e degli uomini di cui disponiamo. Noi consiglieri il cuore lo abbiamo messo e non vi nascondo che all’incontro con la d.ssa Maria Luisa Altomonte ci sono stati attimi intensi di sofferenza interiore per le incertezze che la trattativa, in alcuni momenti, esplicitava.
In questa vicenda, il presidente Monaco ha voluto, fino alla fine, gestire autonomamente la trattativa.
Le riunioni con i docenti, gli studenti e i loro familiari, sono state fatte con la partecipazione dell’esecutivo, mentre i Consiglieri erano impegnati nelle altre attività istituzionali, anche mentre era in corso la seduta di Consiglio. Del contenuto di diversi documenti di fondamentale importanza per le decisioni da intraprendere ne siamo venuti a conoscenza la mattina e nel corso del Consiglio di lunedì 23 luglio 2012 (qualche giorno fa).
Poi alla fine, quando tutto era compiuto, al Consiglio veniva somministrato l’amaro calice, che per ragioni sociali, tecniche, temporali, doveva essere tracannato senza soluzione di scelta.
Ora siamo di fronte ad un bivio ed abbiamo due opzioni vincolate alle esatte e sincere risposte che solo il Presidente Monaco ed i funzionari responsabili possono darci.
Prima opzione: se sono vere le premesse dei documenti che ho citato e quindi nessun veto è imposto dalla Corte dei Conti e tecnicamente ai fini di Bilancio è possibile, allora possiamo riaprire il nuovo anno scolastico come istituto paritario provinciale e quindi continuare l’offerta formativa di Liceo Europeo e senza perdita di alcun posto di lavoro.
Se in questo momento ci sono funzionari o amministratori di questo Ente Provincia che hanno paura di porre in atto procedure per il corretto funzionamento dei servizi che offriamo ai nostri cittadini, e questa paura è dettata dall’incertezza e nell’incertezza è meglio che non vengano fatti, allora chiedo a questi signori di lasciare l’incarico o di ricoprire un ruolo inferiore adatto alle loro capacità.
Non è possibile che molte volte venga infranta la legge con arroganza, nascondendoci dietro un atteggiamento omertoso di quelli che “non sanno niente” o “lo facciamo lo stesso tanto nessuno ci dice niente” e mi riferisco agli incarichi dati a legali esterni e quindi ai debiti fuori bilancio che solo nel 2010 ammontano a € 310.470,29 (e ci sono state le intimazioni della Corte dei Conti) ed alle nomine nelle varie partecipate o all’interno della stessa Provincia in clima di incompatibilità accertata da leggi in vigore e dal codice civile, e molte volte e in particolare sulla questione del Liceo linguistico si dà un’interpretazione restrittiva e oltre delle leggi e senza considerare tutte le attenuanti e le deroghe.
Seconda opzione, che penso sia l’unica perseguibile dati i risvolti assunti dalla questione province a livello nazionale: dati i tempi tecnici, che sono ai limiti del consentito (anche perché periodo di ferie), oggi dobbiamo procedere a votare questa convenzione già integrata dell’offerta formativa, analoga alla precedente, per tutte le classi fino ad esaurimento e completamento dei corsi. Lasciamo, naturalmente, la possibilità di integrare tale convenzione, qualora intervengano fatti migliorativi.
La Federazione della Sinistra dice “SI” alla convenzione e quindi alla Statizzazione del Liceo Linguistico “A. Lincoln” di Enna con sezione staccata ad Agira”.
Il punto all’Ordine del Giorno che stiamo trattando oggi e cioè la Statizzazione del Liceo Linguistico, è un punto che si sarebbe dovuto trattare già nell’ottobre 2010 (all’incirca).
Infatti, sin dall’avvio dell’anno scolastico 2010/2011 si sono venute a determinare per questo Ente provincia gravissime difficoltà derivanti dalla palese contraddizione tra l’obbligo di osservare incondizionatamente il rigido dettato contenuto nell’art. 14, comma 9 del Decreto Legge 78/2010, convertito con Legge 122/2010 (ossia il divieto di procedere a qualsivoglia tipologia di assunzioni a causa del superamento della percentuale del 40% ivi stabilita del rapporto fra spese correnti e spese del personale), e l’obbligo di assicurare i vari insegnamenti e la continuità didattica, nell’Istituto in questione, per evitare gravi ripercussioni sull’intera organizzazione dell’offerta formativa e, di conseguenza, sulle aspettative di un’ampia platea studentesca.
Vero è che questa Amministrazione si è attivata con circostanziato quesito al Dipartimento della Funzione Pubblica, tendente ad ottenere un parere circa la possibilità di applicare un’interpretazione derogatoria all’art. 14 c. 9 del D.L. 78/2010, consentendo a questa Provincia Regionale, e per esteso a tutte le scuole paritarie gestite dagli Enti Locali, nel rispetto delle autonome capacità di bilancio di gestire il reclutamento del personale scolastico secondo la disciplina vigente per le scuole statali alle quali il divieto, di cui trattasi, non si applica.
Vero è che analoghi quesiti sono stati inoltrati al Ministero dell’Economia e Finanza, al Ministero della Pubblica Istruzione ed alla Corte dei Conti Sezioni riunite per la Regione Siciliana.
A quanto sembra e risulta, il Presidente Monaco può smentirmi se non è così, solo la Corte dei Conti, a seguito di un successivo sollecito, si è pronunciata dichiarando inammissibile sotto il profilo oggettivo il quesito posto dall’Amministrazione Provinciale. Ora io non sono un giurista, ma penso che questo tipo di risposta non debba intendersi come un divieto poiché, se tale fosse stato, la pronuncia della Camera di Consiglio della Corte dei Conti sarebbe stata categorica ed incisiva.
Ad avvalorare questa tesi arriva anche la deliberazione n. 135/2012/PRSE adottata dalla Sezione di Controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana, nell’adunanza del 19 aprile 2012 alle ore 11,00, che relativamente alla spesa per il personale ed alla sua incidenza sulla spesa corrente rivolge un invito ad accelerare la procedura di riconversione del Liceo linguistico in istituto statale al fine di beneficiare dell’alleggerimento dell’onere relativo alla spesa per il personale docente: ripeto è un invito molto soft e cosa ancora più importante non riguarda un divieto ad una procedura che va a cozzare contro l’art. 14 c. 9 del D.L. 78/2010.
Ripeto e voglio evidenziare che a tutt’oggi, in ordine alla problematica sollevata dall’Ente Provincia, non risultano pervenuti pronunciamenti in senso negativo da parte degli organi interessati ma, al contrario, risulta affermato, in sede parlamentare, ad opera del rappresentante del Governo, nella persona del Sottosegretario all’Istruzione nella seduta della Camera dei Deputati dell’11/11/2010, in risposta alla specifica interpellanza n. 2-00860, il principio opposto, e cioè che il divieto posto dal citato D.L. 78/2010, convertito con Legge 122/2010, non possa ritenersi operante, in ragione della specificità delle esigenze connesse alla didattica presenti nelle scuole statali che ricorrono anche per le scuole paritarie gestite dagli Enti Locali, valendo, altresì, anche per esse i principi sanciti dalla Costituzione in materia di diritto all’educazione, allo studio ed all’istruzione.
Il rappresentante del Governo ha precisato, altresì, che la ratio del richiamato art. 14, c. 9 del D.L. 78/2010, convertito con Legge 122/2010 deve essere rinvenuta nella volontà di impedire agli Enti Locali l’adozione di politiche espansive della spesa di personale, con riguardo a operazioni di reclutamento caratterizzate da un significativo margine di autonomia e discrezionalità (questo è un elemento importante che non può essere ravvisato nello specifico caso che interessa a noi).
Fatta questa premessa, se i dati che vi sto fornendo corrispondono al vero, e vi dico che corrispondono al vero poiché contenuti nelle memorie del Presidente della Provincia con prot. n. 13742 del 16 aprile 2012, il problema che stiamo affrontando oggi e che tiene in angoscia centinaia di persone, tra docenti, non docenti, studenti, familiari di studenti, non doveva, in alcun modo, mai essere posto.
L’Istituto “Abramo Lincoln” di Enna con sezione staccata ad Agira doveva, o deve, qualora vengano chiarite le cose, continuare la sua attività didattica normale, con un normale inizio anno scolastico come in tutte le normali scuole statali o paritarie.
L’idea e la conseguente azione presso la Corte dei Conti, che il collega Consigliere Giuseppe Regalbuto accennava nella scorsa seduta di Consiglio, anche se fatta a titolo provocatorio, non era tanto peregrina. In questo, caro Giuseppe, devo darti ragione, anche se su fronti opposti abbiamo una visione delle cose che ci accomuna. Forse abbiamo perso quella stimolazione che ci faceva scendere in piazza a manifestare contro le ingiustizie: l’assuefazione a tutto quello che ci viene propinato è oramai un fatto assodato e qualsiasi cosa ci dicono o ci impongono viene passivamente accettata.
Io dico basta a questo sistema. Un sistema che evade dalla trasparenza, dalla legalità, un sistema che prende il popolo per il collo, incutendo terrore, il rischio di licenziamento, i soldi che mancano, la precarietà del lavoro l’insicurezza su tutto del domani. Ecco quello che giornalmente ci inculcano.
I nostri ragazzi non hanno bisogno di queste porcherie, i nostri figli hanno bisogno di serenità, hanno bisogno di fiducia, di sapere che il futuro c’è, che ci sono le leggi e bisogna rispettarle a tutti i livelli, hanno bisogno di sapere che domani faremo questo e faremo questo altro e quindi ci possiamo organizzare.
Bene abbiamo fatto la scorsa seduta a rinviare questo punto e a non approvare quella convenzione, monca di tante cose, e ad esperire ulteriori tentativi presso l’Ufficio Regionale Scolastico alla ricerca di soluzioni che potessero soddisfare le aspettative di tutti gli attori di questa vicenda.
Un risultato concreto lo abbiamo ottenuto ed è un risultato accreditabile al Consiglio Provinciale e non certo all’Esecutivo. Sono convinto che azioni incisive, a tempi opportuni, avrebbero portato a riscuotere più di un risultato, compresi quelli che a volte sembrano impossibili: e mi riferisco alla possibilità di lavoro anche per il personale precario del liceo. Sono altresì convinto che, tante volte, nella risoluzione di determinate problematiche occorre metterci il cuore, la convinzione di riuscire, il coinvolgimento di tutte le forze politiche e degli uomini di cui disponiamo. Noi consiglieri il cuore lo abbiamo messo e non vi nascondo che all’incontro con la d.ssa Maria Luisa Altomonte ci sono stati attimi intensi di sofferenza interiore per le incertezze che la trattativa, in alcuni momenti, esplicitava.
In questa vicenda, il presidente Monaco ha voluto, fino alla fine, gestire autonomamente la trattativa.
Le riunioni con i docenti, gli studenti e i loro familiari, sono state fatte con la partecipazione dell’esecutivo, mentre i Consiglieri erano impegnati nelle altre attività istituzionali, anche mentre era in corso la seduta di Consiglio. Del contenuto di diversi documenti di fondamentale importanza per le decisioni da intraprendere ne siamo venuti a conoscenza la mattina e nel corso del Consiglio di lunedì 23 luglio 2012 (qualche giorno fa).
Poi alla fine, quando tutto era compiuto, al Consiglio veniva somministrato l’amaro calice, che per ragioni sociali, tecniche, temporali, doveva essere tracannato senza soluzione di scelta.
Ora siamo di fronte ad un bivio ed abbiamo due opzioni vincolate alle esatte e sincere risposte che solo il Presidente Monaco ed i funzionari responsabili possono darci.
Prima opzione: se sono vere le premesse dei documenti che ho citato e quindi nessun veto è imposto dalla Corte dei Conti e tecnicamente ai fini di Bilancio è possibile, allora possiamo riaprire il nuovo anno scolastico come istituto paritario provinciale e quindi continuare l’offerta formativa di Liceo Europeo e senza perdita di alcun posto di lavoro.
Se in questo momento ci sono funzionari o amministratori di questo Ente Provincia che hanno paura di porre in atto procedure per il corretto funzionamento dei servizi che offriamo ai nostri cittadini, e questa paura è dettata dall’incertezza e nell’incertezza è meglio che non vengano fatti, allora chiedo a questi signori di lasciare l’incarico o di ricoprire un ruolo inferiore adatto alle loro capacità.
Non è possibile che molte volte venga infranta la legge con arroganza, nascondendoci dietro un atteggiamento omertoso di quelli che “non sanno niente” o “lo facciamo lo stesso tanto nessuno ci dice niente” e mi riferisco agli incarichi dati a legali esterni e quindi ai debiti fuori bilancio che solo nel 2010 ammontano a € 310.470,29 (e ci sono state le intimazioni della Corte dei Conti) ed alle nomine nelle varie partecipate o all’interno della stessa Provincia in clima di incompatibilità accertata da leggi in vigore e dal codice civile, e molte volte e in particolare sulla questione del Liceo linguistico si dà un’interpretazione restrittiva e oltre delle leggi e senza considerare tutte le attenuanti e le deroghe.
Seconda opzione, che penso sia l’unica perseguibile dati i risvolti assunti dalla questione province a livello nazionale: dati i tempi tecnici, che sono ai limiti del consentito (anche perché periodo di ferie), oggi dobbiamo procedere a votare questa convenzione già integrata dell’offerta formativa, analoga alla precedente, per tutte le classi fino ad esaurimento e completamento dei corsi. Lasciamo, naturalmente, la possibilità di integrare tale convenzione, qualora intervengano fatti migliorativi.
La Federazione della Sinistra dice “SI” alla convenzione e quindi alla Statizzazione del Liceo Linguistico “A. Lincoln” di Enna con sezione staccata ad Agira”.