da Luca Cangemi e Domenico Stimolo:
“nel corso degli ultimi anni molte volte abbiamo denunziato l’incredibile incapacità delle strutture istituzionali regionali siciliane e comunali preposte alla programmazione e alla gestione operativa degli enormi volumi di investimenti dedicati alle nostre aree territoriali.
Nello specifico, tra l’altro, nel contesto di un dirompente silenzio politico-sociale, abbiamo cercato di riportare alla pubblica attenzione la sconcertante vicenda dei giganteschi finanziamenti deliberati dal CIPE il 30 aprile del 2012 –n.60-, a seguito della procedura di infrazione emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per realizzare le fondamentali infrastrutture di fognature e depurazione delle acque reflue che riguardano molte località  dell’area del catanese, in particolare Catania.
Oltre il 70%, per un miliardo/161 milioni di euro, furono destinati alla Sicilia.  La quota più grande, per 602 milioni di euro, veniva indirizzata alle opere da realizzare nella provincia di Catania, dove solo il 13% dei residenti è allacciato a fogne e depuratori. Le drammatiche conseguenze si ripercuotano sullo stato generale che interessano le condizioni igienico-sanitarie dei cittadini e l’inquinamento delle acque interne e marine.
Nell’ambito della provincia etnea le quote di investimenti più preponderanti sono state  concesse ai comuni di Catania, Misterbianco, Acireale, per 213/ 204/ 133 milioni di euro.
Sono trascorsi quasi tre anni, nulla è stato realizzato! La beffa  e l’ulteriore danno sociale sono  sempre in “agguato”. Poiché trattasi di risoluzioni vincolate alla palese infrazione comunitaria, le risorse finanziarie sono sottoposte a regole ben delimitate, sui tempi e sui modi dello sviluppo delle opere. Una prima scadenza, non rispettata, giuridicamente vincolante era già stata fissata per il giugno 2013. Pertanto, dato l’enorme ritardo accumulato, le risorse economiche nell’immediato potrebbero essere revocate, con l’aggiunta delle rilevantissime sanzioni europee dovute alla mancata realizzazione delle opere.
Mentre questo avviene, la disoccupazione in Sicilia e nella nostra provincia ha raggiunto quote imponenti. La resa operativa degli enormi flussi di investimenti dedicati poteva dare un contributo molto importante per dare lavoro a molti lavoratori impegnati nel settore edile e nei comparti elettro-meccanici connessi, e sollievo a molte famiglie siciliane che vivono in condizioni di povertà.
La disperazione di molti lavoratori che sono stati licenziati ha raggiunto vertici moralmente e socialmente inaccettabili. Tanti gli eventi tragici che si sono verificati nelle nostre aree territoriali  dovuti all’impossibilità di sopravvivere. Ricordiamo per tutti il tragico evento che si è consumato a Catania il 19 settembre dello scorso anno che ha visto Salvatore La Fata, lavoratore edile specializzato, disoccupato, diventare “ torcia umana”, per la dignità e per il lavoro.
Il “Commissariamento” decretato ieri dal Governo nazionale sarà in grado realmente di sbloccare  con sistemi rapidissimi gli investimenti su fognature e depurazione? Operativamente, quali saranno i tempi e i modi?  Quali le ricadute esecutive, considerato, tra l’altro, che le progettazioni spettano ai Comuni?
Certo si confida nei buoni propositi, che, però, potevano essere assunti con maggiore rapidità. Sperando che i “buoi” non siano già scappati sommersi dalle acque reflue non convogliate nei sistemi fognari.
 
Luca Cangemi                                                         Domenico Stimolo
Circolo Prc Olga Benario                                  Comitato Partecipazione e Democrazia.”

da Luca Cangemi e Domenico Stimolo:
“nel corso degli ultimi anni molte volte abbiamo denunziato l’incredibile incapacità delle strutture istituzionali regionali siciliane e comunali preposte alla programmazione e alla gestione operativa degli enormi volumi di investimenti dedicati alle nostre aree territoriali.
Nello specifico, tra l’altro, nel contesto di un dirompente silenzio politico-sociale, abbiamo cercato di riportare alla pubblica attenzione la sconcertante vicenda dei giganteschi finanziamenti deliberati dal CIPE il 30 aprile del 2012 –n.60-, a seguito della procedura di infrazione emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per realizzare le fondamentali infrastrutture di fognature e depurazione delle acque reflue che riguardano molte località  dell’area del catanese, in particolare Catania.
Oltre il 70%, per un miliardo/161 milioni di euro, furono destinati alla Sicilia.  La quota più grande, per 602 milioni di euro, veniva indirizzata alle opere da realizzare nella provincia di Catania, dove solo il 13% dei residenti è allacciato a fogne e depuratori. Le drammatiche conseguenze si ripercuotano sullo stato generale che interessano le condizioni igienico-sanitarie dei cittadini e l’inquinamento delle acque interne e marine.
Nell’ambito della provincia etnea le quote di investimenti più preponderanti sono state  concesse ai comuni di Catania, Misterbianco, Acireale, per 213/ 204/ 133 milioni di euro.
Sono trascorsi quasi tre anni, nulla è stato realizzato! La beffa  e l’ulteriore danno sociale sono  sempre in “agguato”. Poiché trattasi di risoluzioni vincolate alla palese infrazione comunitaria, le risorse finanziarie sono sottoposte a regole ben delimitate, sui tempi e sui modi dello sviluppo delle opere. Una prima scadenza, non rispettata, giuridicamente vincolante era già stata fissata per il giugno 2013. Pertanto, dato l’enorme ritardo accumulato, le risorse economiche nell’immediato potrebbero essere revocate, con l’aggiunta delle rilevantissime sanzioni europee dovute alla mancata realizzazione delle opere.
Mentre questo avviene, la disoccupazione in Sicilia e nella nostra provincia ha raggiunto quote imponenti. La resa operativa degli enormi flussi di investimenti dedicati poteva dare un contributo molto importante per dare lavoro a molti lavoratori impegnati nel settore edile e nei comparti elettro-meccanici connessi, e sollievo a molte famiglie siciliane che vivono in condizioni di povertà.
La disperazione di molti lavoratori che sono stati licenziati ha raggiunto vertici moralmente e socialmente inaccettabili. Tanti gli eventi tragici che si sono verificati nelle nostre aree territoriali  dovuti all’impossibilità di sopravvivere. Ricordiamo per tutti il tragico evento che si è consumato a Catania il 19 settembre dello scorso anno che ha visto Salvatore La Fata, lavoratore edile specializzato, disoccupato, diventare “ torcia umana”, per la dignità e per il lavoro.
Il “Commissariamento” decretato ieri dal Governo nazionale sarà in grado realmente di sbloccare  con sistemi rapidissimi gli investimenti su fognature e depurazione? Operativamente, quali saranno i tempi e i modi?  Quali le ricadute esecutive, considerato, tra l’altro, che le progettazioni spettano ai Comuni?
Certo si confida nei buoni propositi, che, però, potevano essere assunti con maggiore rapidità. Sperando che i “buoi” non siano già scappati sommersi dalle acque reflue non convogliate nei sistemi fognari.
 
Luca Cangemi                                                         Domenico Stimolo
Circolo Prc Olga Benario                                  Comitato Partecipazione e Democrazia.”