Documento Politico approvato dal Comitato Politico Regionale della Sicilia il giorno 27 novembre 2022
Il Governo Meloni sta proseguendo con la linea di Draghi sulla guerra, nella subalternità alla NATO, sulle politiche neoliberiste, attaccando i diritti (alla salute, all’istruzione, alla casa, all’autodeterminazione personale, ecc.), e sta avviando lo smantellamento del reddito di cittadinanza che in Sicilia equivale a togliere ogni forma di sostentamento a migliaia di persone, soprattutto, tra i minorenni e le più fragili. Inoltre, sta portando avanti un’agenda reazionaria e antisociale con provvedimenti liberticidi come il decreto “antirave”, il condono fiscale, la ripresa della guerra ai migranti e alle ong, l’attacco alla 194/78, la tassazione a favore dei ricchi, l’aumento delle spese militari.
Il Governo siciliano, dopo la vittoria del centrodestra di Schifani, si è già avvitato in uno scontro politicista incentrato sula spartizione di potere e prebende senza affrontare i problemi dei cittadini. Al contrario, rilancia la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina, opera dannosa e inutile, quando la viabilità stradale e ferroviaria è mancante o fatiscente, conferma la costruzione di due inceneritori quando si stanno chiudendo in tutta Italia e in Europa perché considerata una soluzione obsoleta e altamente impattante, continua a lasciare sguarniti gli ospedale e non si procede alla stabilizzazione del personale precario o già impegnato nella lotta al covid, lascia mano libera alla NATO e agli USA nel trasformare l’Isola in una avamposto militare nella guerra globale alla Russia e alla Cina.
Sebbene infarcito da retorica nazionalista anche il governo Meloni, in continuità con quelli precedenti, anche di centrosinistra, ha riconfermato la prosecuzione del progetto dell’Autonomia differenziata. IL PRC siciliano non stigmatizza genericamente le autonomie costituzionali e costituzionalizzate ma rifiuta gli egoismi e le diseguaglianze che si celano dietro questo progetto. Troviamo, inoltre, scandaloso il sostanziale attendismo, nei fatti colludente e rinunciatario, di questo come del precedente Governo regionale siciliano, ambedue espressioni di destre tanto miopi quanto ascare. Pensare che l’attuazione dell’autonomia differenziata non ci riguardi o non abbia concreti effetti sulla Sicilia e sui siciliani è solo un navigato fariseismo politicistico. Appare chiaro, infatti, che se questa “disarticolazione” della Repubblica si attuasse verrebbero meno alla Sicilia e ai siciliani i fondi per ottenere realmente un riequilibrio perequativo delle risorse da parte dello Stato centrale. La nostra idea di autonomia, speciale e ordinaria, è invece cooperativa e solidale e orientata a combattere i divari tra i diversi Nord e i vari Sud, Sicilia inclusa.
In questo quadro assume un ruolo fondamentale la riorganizzazione e il rilancio del Partito della Rifondazione Comunista sia perché dovrà essere attrezzato ad affrontare le sfide del mutato tessuto sociale, culturale e politico in cui le comuniste e i comunisti siciliani dovranno operare, applicando pienamente la linea del partito; sia per assumere un ruolo propulsivo nella costruzione dell’alternativa politica e sociale riattivando una connessione reale e sentimentale con i ceti popolari e gli sfruttati. Per raggiungere questi obiettivi è necessario, da una parte, sviluppare e migliorare le pratiche sociali e le lotte rivendicative per rendere credibile la nostra proposta politica, dall’altra, proseguire con il rafforzamento e l’allargamento di Unione Popolare per unificare le lotte sociali, ambientali e popolari, già presenti sui territori, e per rimotivare le tante persone che questa estate hanno raccolto le firme, fatto la campagna elettorale e votato per Unione Popolare. Solo facendo questa doppia ricomposizione sarà possibile avere la forza necessaria per incidere nei processi reali, sociali e politici.
Pertanto il CPR stabilisce che la conferenza di organizzazione regionale della Sicilia si svolgerà, secondo le linee di indirizzo approvate dal CPN, domenica 18 dicembre e da mandato alla segreteria regionale di provvedere alle incombenze necessarie ed eventualmente, sentiti i Segretari di federazione, di aggiornare la data di svolgimento in caso di coincidenza con riunioni degli organismi nazionali del Partito.
Il percorso di Unione Popolare in Sicilia deve proseguire e rafforzarsi, valorizzando i tanti risultati positivi e seguendo l’esempio di alcune realtà dove si è deciso di avviare da subito e dal basso un percorso di radicamento e di democratizzazione. Il rilancio di Rifondazione Comunista, pertanto, si deve realizzare anche attraverso il rafforzamento di Unione Popolare che ha la possibilità di diventare uno strumento per costruire un polo di alternativa che sia in grado di guardare anche a quel 50% di siciliani e siciliane che non vanno più a votare e che è costituito principalmente da ceti popolari e da sfruttati.
Il rilancio del PRC e di UP, quindi, oltre a passare tramite un capillare radicamento e alla costruzione di campagne di massa, deve mettere in campo un’offensiva politica e programmatica verso tutte quelle forze politiche, sociali e di movimento che si collocano in alternativa all’intreccio affaristico mafioso delle destre, al PD e alle politiche neoliberiste, ai populismi reazionari e clientelari. Il CPR siciliano, pertanto, da mandato alla segreteria, per le prossime elezioni amministrative, di lavorare per la costruzione di liste di Unione Popolare e di alternativa al PD, al Centrodestra e ai populismi reazionari.
Il CPR, inoltre, indica come vertenze strategiche regionali in cui impegnare il partito nei prossimi mesi:
1) la questione Lukoil e del Petrolchimico di Priolo Gargallo che a causa dell’embargo al petrolio russo e per il continuato ed impunito avvelenamento del territorio rischiano la chiusura, con il rischio concreto della perdita di migliaia di posti di lavoro e il definitivo disastro ambientale;
2) la mobilitazione contro la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina e per la mobilità sostenibile in Sicilia;
3) la mobilitazione per la piena applicazione della legge 194/78 (già avviata dalle compagne del Partito e dai movimenti femministi) e contro qualsiasi forma di discriminazione di genere.
Fermo restando la prosecuzione delle campagne nazionali contro la guerra, sul carovita, contro l’autonomia differenziata, per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per la difesa di un reddito di base per tutti e tutte.
Il CPR invita tutte le compagne e i compagni siciliani a partecipare allo sciopero generale dei sindacati di venerdì 2 dicembre e quindi la mattina alla manifestazione di commemorazione dell’eccidio dei braccianti di Avola e, nel pomeriggio, alla mobilitazione di Acate per chiedere verità e giustizia per Daouda Diane, l’operaio fatto sparire il 2 luglio scorso per le sue denunce contro lo sfruttamento e il caporalato.
Il CPR, infine, invita tutte le Federazioni per martedì 6 dicembre, in occasione dell’anniversario della tragedia della Thyssen Krupp e della mobilitazione sulla sicurezza del lavoro, di promuovere delle iniziative sul tema in tutti i territori.