“La macelleria sociale compiuta dal Ministro Gelmini verso l’università pubblica ha ricadute immediate sulle studentesse e sugli studenti dei nostri atenei. I criteri approvati dal Senato accademico di Palermo sullo status di studente decaduto ne sono la testimonianza”. Lo afferma Marco Giordano, coordinatore provinciale dei Giovani comunisti.” E’ grave che si impongano delle scadenze per laurearsi  agli studenti fuori corso, pena la “decadenza” se non si sono laureati entro 4 anni fuori corso o, per quanto riguarda gli studenti immatricolati con l’ordinamento 509, entro il 2012/2013. Tale delibera è il frutto di una concezione aziendale dell’università: gli atenei con molti studenti fuori corso sono valutati come improduttivi, quindi saranno penalizzati nella distribuzione dei fondi del Ministero. Non si tiene in considerazione la condizione degli studenti-lavoratori, che per potersi mantenere gli studi sono spesso costretti a lavorare con contratti precari o in nero rallentando il prorprio percorso didattico, né il fatto che l’introduzione del sistema del 3+2 (legge 509) e la sua applicazione  hanno  parcellizzato gli insegnamenti dilatando ulteriormente i tempi necessari per conseguire la laurea. Riteniamo che l’ateneo e le Facoltà debbano varare norme ad hoc per non penalizzare gli studenti, come ad esempio corsi gli appelli mensili e straordinari per gli studneti dell’ordinamento della 509 e corsi di recupero per le materie “scoglio” di ogni corso di laurea “.

Palermo, 09/02/2011

Giovani comunisti/e Palermo