Il settore rifiuti siciliano è tra i più inquinati sia sotto il profilo ambientale che mafioso. A questo giudizio oramai storico va aggiunta la nota recente del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) che pochi giorni fa ha rinviato il piano rifiuti presentato dal governo regionale. Il documento è stato definito sostanzialmente confusionario poiché “risulta oltremodo difficile scorgere le norme effettivamente prescrittive e discernere queste da quelle puramente descrittive, esortative o indicative di semplici direttive o di intenzioni” e quindi tale da “determinare conseguenze nefaste in fase applicativa”. Sempre nella nota si legge che il piano è “non lineare sotto il profilo sintattico”. Non si ricorda un giudizio così tranciante verso un’amministrazione. Mentre il CGA stronca il piano rifiuti , la Sicilia si appresta a diventare una grande discarica a cielo aperto di “munnizza”.

Nessuno lo dice ma tutti lo sanno, anzi lo vedono. I mucchi di spazzatura che incorniciano le strade della nostra terra hanno una vita: crescono, si allargano, si riducono, prendono fuoco, si riformano mutando forma; la cosa più grave è che oramai caratterizzano l’intero territorio. La Munnizza è diventata contagiosa, come la “peste”, e più è trasmissibile più il territorio rischia di precipitare verso un emergenza rifiuti che è lo spazio vitale dove “la peste” trova il suo compimento. L’emergenza è la corsia preferenziale che mette ogni regola in soffitta e avvia percorsi tortuosi dove le mafie la fanno definitivamente da padrone. La parola emergenza, questo caso vocabolo infame, si nascondono tutte le incapacità politiche e istituzionali della Sicilia. E’ forse a questo a cui si punta? Si sta cercando oltre all’allarme sanitario anche quello ambientale e quindi l’emergenza rifiuti? E NO! Sappiamo come funzionano queste cose: le istituzioni non voglio problemi, la politica ha bisogno di voti e le imprese del settore voglio gli appalti; tutti e tre si metteranno d’accordo e si creerà una rete perfetta e inossidabile. Il modello ha già funzionato in altre regioni dove l’emergenza è rimasta tale ma la distribuzione di risorse pubbliche è cresciuta esponenzialmente, con le mafie che sono diventate agenzie di servizi e di collocamento. Se vogliono continuare ad appestare e incenerire il futuro di questa terra, il percorso tracciato, fatto di incapacità politiche e amministrative, è perfetto. Ma da sempre le incapacità agevolano le mafie.

Giorgio Stracquadanio Attivista e curatore del Blog giostracquadanio.blogspot.com

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