ferrero 13di Paolo Ferrero su Liberazione del 17/10/2009
Oggi siamo in piazza per una grande e unitaria manifestazione antirazzista. Sappiamo che questa manifestazione arriva dopo un silenzio durato troppo a lungo, dopo che lo spazio pubblico è stato per troppo tempo occupato solo dai proclami razzisti della destra e dall’attivismo delle squadracce. Proprio per questo la manifestazione di oggi vuole segnare una svolta nel panorama politico e culturale di questo Paese, una ripresa di protagonismo dell’antirazzismo dal basso. Un mondo vasto, oltre 500 associazioni, sindacati, forze politiche grandi e piccole, nazionali e territoriali, che, su una piattaforma radicale nei contenuti ma espressione della reale volontà di affrontare i problemi, non vuole parlare solo di immigrazione e non vuole essere solo momento di tutela dei diritti degli ultimi. Norme legislative come il “pacchetto sicurezza” colpiscono soprattutto gli immigrati, creano ansia, paura e ricattabilità, aumentano il distacco, innalzano barriere fra autoctoni e non. Ma chi ha convocato questa manifestazione coglie perfettamente i nessi ideologici e politici fra queste leggi e l’attacco ai diritti di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici, l’abbassamento per tutte e tutti della soglia dei diritti esigibili, il securitarismo generalizzato, l’istituzionalizzazione della “caccia al diverso”, al capro espiatorio, sia esso immigrato, di diverso orientamento sessuale, di opinione politica non allineata, o il cui comportamento non rispetti l’idea autoritaria di società.
Chi ha deciso di scendere in piazza oggi, vuole ribellarsi alla logica del conflitto orizzontale, quello che vede schierarsi i penultimi contro gli ultimi in nome di una lotta per la sopravvivenza e individua in questo governo – nelle sue responsabilità, negli interessi padronali di cui è difensore – il vero avversario da contrastare.
Quella di oggi sarà una manifestazione scomoda perché dimostrerà che italiani e migranti, uniti dalle stesse motivazioni, sanno lottare insieme, cercare insieme risposte reali alla crisi, non quelle offerte dal populismo e dal razzismo dominante. Quella che prova a dispiegarsi è una vera alleanza, come forse non avveniva da quella splendida manifestazione del 7 ottobre del 1989 a seguito dell’uccisione, nelle campagne di Villa Literno, del rifugiato politico Jerry Essan Masso, ad opera della camorra.
Rifondazione Comunista ha partecipato sin dall’inizio alla costruzione e alla riuscita di questa manifestazione, ritenendola centrale nella necessità di riportare in questo Paese l’antirazzismo come elemento fondante della propria vita politica e le questioni connesse all’immigrazione come paradigmatiche del modo di concepire la società da costruire. Sarà decisivo proseguire questo impegno sui territori: su la testa!