Dopo un drammatico suicidio all’interno del Cara di Mineo la protesta di oggi da parte dei migranti, reclusi in quello che per loro è diventato un vero e proprio carcere a cielo aperto, rappresenta un ulteriore allarme che non può rimanere inascoltato.
Alla rabbia collettiva di chi chiede solo diritti, esplosa oggi nel territorio contiguo al Cara, non si può infatti che rispondere chiudendo una mostruosità giuridica e sociale, inutile e dai costi esorbitanti, che risponde solo agli interessi di chi ha costruito all’interno del centro la sua rete di affari, e concludendo in tempi brevissimi tutte le pratiche di rilascio del diritto d’asilo.
Condanniamo altresì l’assenza delle istituzioni capaci solo di trasformare in un problema di ordine pubblico un dramma permanente che si consuma ogni giorno nel nostro territorio.
Invitiamo infine le cittadine e i cittadini che hanno subito gravi disagi dalla protesta dei migranti ad individuare il vero colpevole nello stato italiano che reclude donne e uomini che il più delle volte vogliono raggiungere i loro cari, che nega diritti e che garantisce solo gli interessi del comitato d’affari permanente della politica e delle cooperative che grazie al Cara di Mineo continuano a fare profitto sulla vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle migranti.

Pierpaolo Montalto, Segretario Provinciale Rifondazione Comunista
Francesco Diblasi, Segretario Rifondazione Comunista Palagonia-Capogruppo del gruppo consiliare Palagonia Bene Comune