No MUOS: Risposta della Commissione Europea alla interrogazione della Forenza (GUE) del 18 marzo.
La risposta per molti aspetti evasiva e reticente della Commissione Europea all’interrogazione di Eleonora Forenza, eurodeputa del gruppo Gue. Sul punto dell’ ATTUALE CARATTERE ABUSIVO dei lavori effettuati, per “mancanza di un’ adeguata valutazione di impatto ambientale relativa al progetto MOUS” la risposta prende atto dell’inadeguatezza della valutazione ambientale accertata in sede giudiziaria.
IT
E-004458/2015
Risposta di Karmenu Vella
a nome della Commissione
(3.6.2015)
La Commissione rileva che il progetto MUOS (Mobile User Objective System) è attualmente oggetto di procedimento giudiziario a livello nazionale. In particolare per quanto riguarda l’obbligo di effettuare un’adeguata valutazione dell’impatto ambientale dei progetti proposti nei siti Natura 2000, risulta che la questione sia stata recentemente affrontata dal Tribunale amministrativo regionale, che ha accertato l’inadeguatezza della valutazione relativa al progetto MUOS. La sentenza, impugnata dal ministero della Difesa, è attualmente all’esame del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia.
Per quanto riguarda la presunta contaminazione da nitrati delle acque, non è chiaro in che modo essa sia connessa al progetto MUOS.
La raccomandazione del Consiglio relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici (1999/519/CE)[1] stabilisce i limiti di esposizione raccomandati, al fine di aumentare l’uniformità tra gli approcci nazionali. Tuttavia, il trattato sul funzionamento dell’Unione europea conferisce agli Stati membri la responsabilità primaria di legiferare in materia di protezione del pubblico.
Secondo le informazioni a disposizione della Commissione, la legislazione italiana rispetta pienamente i limiti di esposizione proposti dalla raccomandazione del Consiglio del 1999. Le informazioni sulla conformità dell’impianto in oggetto alla legislazione nazionale dovrebbero essere richieste alle competenti autorità italiane.
Per questi motivi, la Commissione non ravvede motivi per intervenire.
[1] http://ec.europa.eu/health/electromagnetic_fields/docs/emf_rec519_en.pdf.