La coraggiosa scelta di Antonio Ingroia di porsi alla guida di una coalizione di alternativa al liberismo ed al montismo spariglia le carte di una campagna elettorale che in molti avrebbero voluto svolgere in sottotono, nascondendo quella politica del compromesso inaugurata a Roma con il governo cosiddetto “dei tecnici”, validata solo due mesi fa dalle elezioni regionali siciliane e prefigurata da Bersani e Casini per la prossima Legislatura.
Rifondazione Comunista si riconosce pienamente nel progetto esposto ieri da Antonio Ingroia in conferenza stampa che si traduce nella praticabilità di una vera politica contro la mafia, nella messa in discussione degli accordi europei sulle politiche economico-sociali, nella difesa dei diritti dei lavoratori e nella valorizzazione delle politiche di sostegno pubblico all’economia e dei ceti sociali più colpiti dalla crisi.
Apprezziamo poi come l’ex procuratore aggiunto di Palermo si sia in modo esemplare tirato fuori dalla retorica accattona e populistica in voga negli ultimi anni, mostrando di non subire suggestione alcuna dalla mistica della “società civile” contrapposta alla “società politica”: la lista “Rivoluzione civile-Ingroia”, infatti, tiene assieme con pari dignità i soggetti sociali, i singoli cittadini ed i partiti politici che in questi anni si sono battuti per una alternativa alle politiche di austerità e contro la mafia. Che non tutti i partiti siano uguali lo sa bene, del resto, Antonio Ingroia – considerato che Rifondazione Comunista è l’unica forza politica italiana ammessa come parte civile nel processo sulla trattativa “Stato-mafia” – e non solo lui, come dimostra la vile intimidazione mafiosa fatta ieri al presidente del Consiglio comunale di Palagonia, il compagno Salvo Grasso, giovane esponente di “Palagonia bene comune” del sindaco comunista Valerio Marletta, al quale è stata incendiata la macchina durante i lavori del consesso civico.
Carmelo Albanese – Comitato Politico Regionale PRC