Non avete convinto. Alla fine l’A.C. ha dovuto ammettere pubblicamente che la perequazione non è lo strumento più idoneo per assicurare uno sviluppo urbanistico compatibile con le reali esigenze sociali ed economiche di Vittoria. Ma è il male minore, sostengono.
La perequazione è uno strumento non normato, voluto dal governo Berlusconi che priva i Comuni di governare il territorio e programmare un sano e ordinato sviluppo urbanistico. Tutto viene affidato alla contrattazione con i privati.
L’A.C. con la pubblica presentazione dello schema di massima ha cercato di limitare i danni. Le osservazione e i punti di vista degli artigiani vittoriesi che chiedono il recupero dell’esistente con i relativi strumenti urbanistici sono legittime ma come Comune non riusciamo a trovare alternative, dicono. Il progettista ha pure voluto precisare che, essendo uno schema di massima, gli organi politico-istituzionali possono decidere in quali zone applicare la perequazione e di limitarne la cubatura.
Con questi accorgimenti l’A.C. mira a coinvolgere quante più forze politiche e gruppi consiliari nell’approvazione dello schema di massima, basandosi la Giunta Nicosia su una maggioranza variabile dove chiunque entra ed esce quando vuole come fosse la bussola di un albergo. In questo teatrino vi hanno partecipato in tanti, da SEL all’UDC e transumanti vari.
Qualunque sia la maggioranza che approverà in futuro lo schema di massima della variante al P.R.G. non ha alcuna importanza. Le nostre critiche, forti ed argomentate erano dunque giuste e valide. La nostra città, le imprese locali chiedono strumenti per recuperare l’esistente, per valorizzare il centro storico, per risanare le periferie e non macinare territorio dove potrebbe trarre vantaggio il potente e trasversale partito del cemento e della cubatura. Ma mancano in questo schema i piani particolareggiati necessari per il recupero dell’esistente.
Invece si sceglie Scoglitti come aree su cui applicare la perequazione finendo per cementificare ciò che ancora non è stato devastato e interessando quelle zone dove state dismesse le serre. Tutto ciò confligge con il Piano Paesaggistico.
Si chiede insomma una deroga. A chi giova tutto ciò? Non certo alla nostra economia e al nostro turismo e tanto meno alle nostre piccole e medie imprese locali e neanche ai cittadini. Per questo siamo stati nettamente contrari alla perequazione e a queste scelte e continueremo a farlo.
Segreteria Rifondazione Comunista – Giovani Comunisti