di Maurizio Zoppi su palermo.blogsicilia.it, 1 ottobre 2012
1 ottobre 2012 – “La salute non ha la tessera del partito”. Queste le parole di Renato Costa, medico radiologo e assessore designato alla Sanità da Giovanna Marano – candidata di Sel, Federazione della sinistra Verdi ed Idv, alla presidenza della Regione Siciliana .
Costa, che è stato anche segretario segretario regionale della Cgil,parla a 360 gradi della sanità evidenziando il “disastro compiuto da Massimo Russo” e indica la sua cura efficace “per questo sistema, malato da sempre”.
“La prima volta che la sanità in Sicilia poteva essere rinnovata – dice Costa – è stato attraverso la legge 5 dell’assessore Massimo Russo. Questa riforma doveva portare la nostra Isola allo stesso livello delle altre regioni, dove l’assistenza sanitaria si fa nel territorio. Quindi con ambulatori di primo secondo e terzo livello. Tutto ciò presupponeva che bisognava dedicarsi alla medicina del territorio per poi rimodellare gli ospedali in modo oculato”.
Per Costa e per tutta la Cgil medici la legge 5 è stata un’opportunità persa. “Ricordo il giorno in cui Russo ha gettato la maschera. Era il 17 di agosto del 2009.In quella occasione – – sottolinea l’assessore in pectore – ha deciso di fare le stesse scelte politiche in linea con l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, nominando 8 dirigenti sanitari che erano in assoluta continuità con il governo dell’Udc. Da quel giorno in poi, è stato un susseguirsi di mancate promesse. Oltre queste assurde nomine, non è mai partita l’assistenza sanitaria al territorio. Contemporaneamente, senza il buon senso della Regione, si sono accorpate divisioni ospedaliere, dimezzando i posti letto”.
L’assessore designato da Claudio Fava e dalla Marano, è convinto che la parola d’ordine per la sanità in Sicilia è la fruibilità.
“Spendiamo in Sicilia circa 9 milioni e 300 mila euro per il funzionamento della macchina sanitaria. Siamo circa 5 milioni di abitanti. Il Veneto spende la stessa cifra ed il numero della popolazione è simile. I due modelli sono sovrapponibili. Con gli stessi soldi in Veneto, l’assistenza sanitaria è straordinaria: non si paga il ticket, né le protesi acustiche etc. Invece qui in Sicilia, paghiamo il ticket più alto d’Italia. Toglierlo è possibile. Basta controllare le prescrizioni di farmaci in eccesso soprattutto nelle Asp, recuperando 110 milioni di euro”.
Sulle privatizzazioni della sanità il medico è convinto che la politica dia un suo contributo rendendo asfittico il pubblico, attraverso le lunghissime liste d’attesa e tutti i disservizi presenti negli ospedali pubblici. “L’unica soluzione a questo sistema malato – spiega – è liberarlo dalla politica. Poi, è essenziale, evitare che la gente si ammali attraverso la prevenzione. Il cittadino deve avere l’opportunità di fare la diagnostica preventiva”.