A causa delle forti piogge cadute a Enna tra il 10 e 11 dicembre un muro del plesso che ospita il Magistrale di Enna è crollato.
Fortunatamente non ci sono state vittime grazie al tempestivo intervento del personale dell’istituto e del corpo dei vigili del fuoco, che hanno ordinato lo sgombero immediato degli allievi e del personale. Rimane un mistero come sia possibile che in questo plesso, per  incomprensibili cavilli e lungaggini burocratiche, non sia resa fruibile la parte ristrutturata e ammodernata mentre gli alunni vengono costretti a svolgere le lezioni nella parte più vecchia e più pericolosa.
Questa ennesima vicenda mette in luce i veri problemi della scuola italiana: edilizia scolastica in gran parte fatiscente, in cui i problemi della sicurezza per gli allievi ed il personale sono in stato di vera emergenza, così come spesso,  semplicemente, la non idoneità degli spazi utilizzati per lo svolgimento di una normale attività didattica.
La scuola pubblica, vera colonna portante di una democrazia sana e di una moderna società civile, su cui bisognerebbe investire e convogliare risorse, viene trattata invece dall’attuale governo come una cavia su cui sperimentare ulteriori processi di privatizzazione e impoverimento dei diritti e delle garanzie collettive. I “tagli” della ministra Gelmini colpiscono indiscriminatamente studenti, insegnanti, personale ata e genitori della scuola pubblica statale, mentre si spiana la strada alle scuole e alle fondazioni private, che continuano a essere destinatarie di finanziamento da parte dello  Stato, Regione ed enti locali. I soldi dei contribuenti, a livello nazionale ed anche locale (Fondazione Kore docet)  vengono utilizzati per pompare la vanagloria e i privilegi di qualche (pre)potente, per creare disuguaglianze e ingiustizie, per foraggiare clientele e sfruttamento, per istaurare la democrazia e l’istruzione di censo.
Dall’altro lato non si trovano risorse per ammodernare l’edilizia scolastica, per assicurare il lavoro di centinaia di lavoratori della scuola pubblica, per garantire una istruzione di qualità a tutti.
Di fronte al disastro incombente sul sistema formativo pubblico, che il prossimo anno vedrà la perdita di diverse centinaia di posti di lavoro ad Enna, auspichiamo che prosegua il movimento spontaneo di protesta cresciuto in questi mesi tra studenti, insegnanti, personale ata, genitori e semplici cittadini, che hanno a cuore l’istruzione pubblica di qualità per tutti, saldando la propria lotta per il perseguimento degli obiettivi per il rilancio di un sistema scolastico pubblico di qualità  a quello dell’intero mondo del lavoro, che il 12 dicembre è chiamato allo sciopero generale in difesa dei diritti, della dignità del lavoro, del reddito, per una libertà e una democrazia  che non sia ridotta a  privilegio e arbitrio dei potenti.