Il risultato dei referendum del 12 e 13 giugno consegnano, alla città di Siracusa, un dato certo: i siracusani non vogliono l’acqua gestita dai privati e sono nettamente contrari al nucleare.
Questo dato indiscutibile (47.000 siracusani lo hanno detto votando Sì) mette chiaramente in discussione le politiche scelte dal sindaco Visentin riguardo l’affidamento delle “tubature” comunali alla Sai 8. Scelte che hanno provocato l’aumento indiscriminato delle bollette, un’erogazione non sempre continua dell’acqua e incertezza negli stessi lavoratori di Sai 8. Seppur con qualche limite, la gestione dell’acqua era nettamente migliore quando era la Sogeas a provvedervi. Nella campagna referendaria portata avanti nelle scorse settimane noi della Federazione della Sinistra (Rifondazione comunista, Comunisti Italiani) lo avevamo già capito ascoltando i siracusani.
Stessa presa di posizione sul quesito inerente il nucleare. Niente di strano se a Siracusa si è sollevato lo sdegno nei confronti di una politica incapace di soddisfare le tante promesse fatte in materia di salvaguardia ambientale. La scelta di affidare il Ministero dell’Ambiente alla nostra concittadina Stefania Prestigiacomo, che, oltre ad avere interessi economici sulla zona industriale, è di fatto l’unico caso in Europa di ministro dell’ambiente favorevole al nucleare, ha mostrato tutte le sue contraddizioni. Il Sì contro il nucleare è stato un No, chiaro e severo, alle propagande della Prestigiacomo a discapito di quelle energie rinnovabili che sono il futuro di questo paese e della nostra città. L’indifferenza rispetto al danno ambientale causato dalla vicina zona industriale ha pesato molto sul risultato del quesito referendario sul nucleare, smascherando finalmente l’ipocrisia con la quale è stato organizzato il famoso G8 sull’ambiente a Siracusa. Le esplosioni e gli incendi divampati qualche giorno fa al Petrolchimico di Priolo, oltre a causare il ferimento di tre lavoratori e a porre nuovamente il problema relativo alla sicurezza sul lavoro, hanno ancora una volta innalzato il tasso di polveri sottili in città. La Federazione della Sinistra chiede pertanto, all’attuale amministrazione siracusana, di mettere all’ordine del giorno un serio piano di riqualificazione del territorio che contempli un graduale smantellamento della vicina zona industriale giacché non di solo petrolchimico si può campare. Questa provincia ha già pagato.
I temi affrontati dai referendum hanno raggiunto il più ampio dei consensi proprio perché hanno contrapposto i sacrosanti diritti dei liberi cittadini agli interessi di una precisa classe dirigente, politica e imprenditoriale. Un aspetto questo che non è stato sottovalutato da quanti hanno tentato di frenare l’enorme entusiasmo sorto attorno ai referendum anche con mosse ai limiti della legalità. Ci riferiamo non solo alla scarsa pubblicità fatta sui giornali e in televisione (laddove gli spot elettorali sono stati relegati in orari di basso ascolto…), ma anche – a livello locale – alla disinformazione circa il cambio di indirizzo di qualche seggio, al mancato invio del ‘bollino’ da applicare sulla scheda elettorale per chi ha cambiato domicilio, per non parlare dell’assurda ordinanza del sindaco Visentin tramite cui, in contrasto con la legge che tutela la propaganda elettorale, si è tentato di impedire il volantinaggio pro-referendum anche in zone lontane dal centro storico.
Nonostante ciò i Siracusani sono comunque riusciti a dare una sonora bocciatura non solo al governo Berlusconi ma anche al ministro Prestigiacomo e al sindaco Visentin. Ci aspettiamo adesso, e noi della Federazione della Sinistra saremo vigili in questo, che i nostri amministratori tengano conto del voto popolare e cambino al più presto le loro politiche scellerate.
Francesco Pasqua
segretario circolo P.R.C. “Felicia e Peppino Impastato”
Coordinamento provinciale Federazione della Sinistra