Ben vengano le occupazioni: i ragazzi vedono di fronte a loro un futuro troppo incerto. Ci sono tre generazioni che non riescono a programmare la propria vita, e il Governo tecnico non si è certo distinto in quest’ambito. Occupare le scuole significa anche momento di incontro, sono fucine di progetti futuri“, Barbara Evola, assessore alla Scuola, commenta così le vicende dei giorni scorsi che hanno coinvolto gli studenti in rivolta contro i tagli alla pubblica istruzione.

C’è un clima di esasperazione perché non si viene ascoltati. Non giustifico in nessun modo gli atti di violenza, ma c’è da ammettere, purtroppo, che il clima che si è creato può dar vita a situazioni del genere”, continua poi Evola, “c’è stata e c’è tuttora una completa disaffezione verso il mondo dell’istruzione e della cultura in generaleper non parlare della ricerca. Anche degli stereotipi sull’insegnante raccomandato hanno fatto sì che si venisse a creare un’immagine sbagliata dei docenti, venendo etichettati molto spesso come “raccomandati”.

 “Non si va mai al sodo delle questioni; le vicende come quella dei tablet sono solo fumo negli occhi. Mercoledì avrò un incontro a Roma, proprio per discutere sulla situazione delle scuole comunali, completamente in ginocchio”, conclude l’assessore Evola.