“La sentenza del CGA ha confermato l’allarme che già nello scorso mese di ottobre, Rifondazione Comunista aveva lanciato.
Con una decisione di tipo “amministrativo” il TAR prima ed il CGA adesso ipotecano il futuro del porto di Catania e condannano alla definitiva scomparsa 30 ettari di spiaggia e di mare che saranno ricoperti di cemento: oltre 1200 posti barca e 400.000 mc di alberghi e centri commerciali cancelleranno per sempre il nostro litorale.
Quattro mesi fa, nell’appello inviato al presidente della Repubblica paventavamo questo ingiustificabile scippo alla collettività catanese, la quale, secondo il TAR ed il CGA, non sarebbe più legittimata a decidere del futuro del proprio territorio.
Avevamo anche chiesto per tempo l’intervento della Procura della Repubblica, presentando un dettagliato esposto che segnalava tutte le irregolarità della vicenda, compresa la decisione di tombare il torrente Acquicella, in barba alla legge Galasso n. 431/1985, che obbliga a tutelare i corsi d’acqua, per evitare proprio quei disastri ambientali ormai diffusi nel territorio del nostro Paese.
Una sentenza oggi vorrebbe espropriare proprio il consiglio comunale di Catania, che già nel 2007 aveva bocciato la proposta di Piano Regolatore del Porto, avanzata dall’Autorità Portuale , che proponeva di trasformare il litorale in un immenso quartiere commerciale, edificando oltre 1.100.000 mc di cemento.
Con una sentenza amministrativa si vorrebbe cancellare un diritto della comunità, sancito dal DPR n. 509/1997 che fa obbligo di sottoporre al consiglio comunale ogni modifica urbanistica che si proponga nell’area portuale della città.
E ciò, per ironia della sorte avviene proprio nel pieno del confronto tra consiglio comunale ed Autorità Portuale sul nuovo strumento urbanistico del porto.
Noi contestiamo nel merito e nel metodo la decisione del commissario ad acta, nominato dal TAR che, sostituendosi impropriamente alla Conferenza dei Servizi, che comprende le uniche autorità che possono e devono pronunciarsi sul merito delle richieste di concessione demaniale nel porto di Catania, ha approvato la proposta presentata da Acqua Marcia.
Non riconosciamo il deliberato del CGA, che considera ad arte il porto di Catania come una struttura di seconda categoria, mentre per traffico di merci e di passeggeri continua ad essere un porto di prima categoria, le cui scelte urbanistiche devono essere sottoposte al consiglio comunale della città.
Per tutelare il futuro di questa città continueremo una battaglia di civiltà, affinché il nostro litorale non sia consegnato alla speculazione edilizia, piegando i bisogni della collettività agli interessi di pochi imprenditori che, non si fanno alcun scrupolo, di produrre profitto dalla distruzione del nostro territorio e del nostro ambiente”.
Il segretario provinciale
Pierpaolo Montalto