Dichiarazione di Luca Cangemi del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista
“Fioccano le sconfitte in tribunale per il ministero dell’istruzione sui tagli al sostegno, particolarmente rilevanti sono una serie di sentenze del TAR di Palermo che obbligano l’amministrazione scolastica a reintegrare l’insegnante di sostegno a pieno orario (rapporto 1:1) per numerosi alunni con disabilità grave”.
“L’organo giurisdizionale ha riconosciuto il diritto dei singoli alunni ad avere l’insegnante di sostegno nel rapporto 1:1 non solo per l’anno scolastico in corso ma anche per quelli seguenti ed ha, inoltre, costretto il ministero a pagare risarcimenti alle famiglie per la parte dell’anno scolastico già trascorsa. Una conferma di quando già accaduto numerose volte negli anni scorsi e una clamorosa smentita delle dichiarazioni propagandistiche sull’assenza di tagli al sostegno, ancora qualche giorno fa, rilasciate dai vertici ministeriali. La verità è che l’integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità, storico motivo di orgoglio del sistema dell’istruzione italiana vive una stagione disastrosa, con un monte ore d’insegnamento di sostegno del tutto insufficiente, che penalizza in particolare le regioni meridionali.
Nelle scuole si vive una situazione di difficoltà grave e diffusa, in cui molti insegnanti devono dividere le loro diciotto ore settimanali per quattro o anche più alunni, spesso compromettendo percorsi d’integrazione già avviati. Tutto ciò in un contesto in cui le conseguenze di anni di attacco alla scuola pubblica (classi sovraffollate, strutture degradate, servizi insufficienti) si riflettono in particolare sui settori più deboli, a partire dai ragazzi diversamente abili.
E’ necessario battersi per cambiare scelte che colpiscono il presente e il futuro dei ragazzi con disabilità e il diritto al lavoro di centinaia d’insegnanti precari.
Fondamentale è rompere la solitudine delle famiglie che vivono questo drammatico problema e fornire un’informazione corretta sui diritti e sugli strumenti giuridici per farli valere. Costruendo una rete di solidarietà è possibile moltiplicare i ricorsi contro il mancato riconoscimento delle ore di sostegno necessarie e fare crescere la forza di questa battaglia di civiltà”- ha concluso Cangemi.