Egregio Sig. direttore del settimanale Centonove,
Nel giornale che Lei dirige, nel n. 34 del 14/09/2012, leggiamo stupefatti una nota senza firma nella quale, tra l’altro, si afferma che Pietro Currò, già segretario regionale del PRI e oggi iscritto al PdCI, è stato nel centro destra, quale assessore comunale, solo per alcuni mesi nel lontano 2003.
Leggiamo inoltre che solo a causa di questa sbandata temporanea il Prc avrebbe posto il veto alla sua candidatura alle elezioni regionali in una lista a sostegno di Claudio Fava presidente.
Si enumerano poi gli indiscutibili meriti dello stesso, giusto per fare apparire ancora più incomprensibile tale odioso ostracismo.
Non sappiamo da dove il Vostro giornale abbia attinto tali informazioni e ignoriamo perché nessuno abbia avvertito il bisogno di ascoltare la versione del Prc sulla vicenda.Innanzi tutto si precisa che il Currò, sicuramente ottima persona e da sempre politicamente impegnata, è stato si assessore della giunta Buzzanca nel 2003 solo per sei mesi, ma il suo incarico non ha avuto termine perché ha lasciato il centrodestra, ma semplicemente perché è stato defenestrato in una delle tante lotte di potere interne a quello schieramento.
Infatti, lo ritroviamo nominato tra gli assessori, e subito giubilato, questa volta ancor prima di prendere “servizio”, anche nella giunta Buzzanca del 2008. Questo sempre per una questione relativa ai rapporti di forza interni misurati in base ai voti presi alle amministrative dalle diverse componenti a sostegno di Buzzanca.
Nello stesso anno è comunque candidato al Senato nelle liste dell’MPA che, è bene ricordarlo, al tempo correva insieme alla Lega Nord a sostegno del Presidente Berlusconi.
Successivamente, nel 2009, lo stesso si distingue nel rintuzzare da segretario del PRI l’Arcivescovo La Piana che aveva osato levare la voce contro la cappa massonica che opprime la città.
Alla fine del 2010 partecipa in rappresentanza dei repubblicani messinesi a una riunione tenutasi a Ravenna in vista del 46° congresso repubblicano del febbraio 2011, ove sottoscrive un documento critico circa la collocazione nel centro destra del PRI.
Si prende atto di questo suo ripensamento su tale collocazione, ma ciò dimostra che a tale data lo stesso era ancora in servizio permanente attivo nel centro destra: dopo oltre due anni e mezzo di governo di Silvio Berlusconi e a quasi tre anni di distanza dalle dimissioni forzate (causa condanna) di Totò Cuffaro da Presidente della Regione Sicilia.
Vale a dire che per circa otto anni Pietro Currò e tutta la sua area politica ha condotto una battaglia politica, in un periodo difficilissimo per il paese, costantemente a sostegno del centro destra. E questo non solo sul piano cittadino, ma anche regionale e nazionale, cioè a sostegno di Cuffaro contro la Borsellino prima e di Lombardo contro la Finocchiaro poi, oltre che, come già detto, dei vari Berlusconi, Buzzanca e Ricevuto.
E’ sempre possibile e sempre positivo rendersi conto dei propri errori, ma certo nel caso di Currò ne è passata acqua sotto i ponti prima che abbandonasse una comoda collocazione nel centro destra. E’ il caso di ricordare che non pochi repubblicani hanno scelto dal primo momento di restare nel centro sinistra o hanno comunque seguito un diverso percorso che non li ha visti attivi nell’area della destra.
Sul piano personale stimiamo Pietro Currò, per la passione che mette nel suo impegno sociale e politico, tuttavia la lista che a sostegno di Fava Presidente unisce la Federazione della Sinistra, Sel, Verdi, Un’altra storia di Rita Borsellino e altre associazioni, si è data il criterio oggettivo di non candidare personalità che fino a pochi anni addietro abbiano militato nel centro destra.
E noi condividiamo totalmente tale regola, che serve a porre un argine a difesa della trasparenza e contro il trasformismo basato su dati oggettivi e non su avvilenti e inopportuni processi alle intenzioni.
Lo stop subito da Pietro Currò nella sua corsa alla candidatura, non dipende quindi da un presunto “veto” di Rifondazione, ma semplicemente dalla sua incompatibilità con i criteri oggettivi posti alla base della formazione della nostra lista, voluti con forza, e ribaditi nel caso specifico, in primo luogo dallo stesso Fava.
Il Partito della Rifondazione Comunista ha fatto presente ai compagni del PdCI, che l’avevano proposta, che una simile candidatura non avrebbe trovato il suo sostegno e quindi non poteva essere presentata a nome dell’intera Federazione della Sinistra, della quale lo stesso è parte integrante, ma solo del PdCI che se ne sarebbe assunta interamente la responsabilità politica e l’onere di sostenerla al tavolo regionale contro i criteri condivisi e il parere di tutte le altre forze che compongono la lista.
Distinti saluti,
p. la segreteria prov.le del Prc
Alfredo Crupi