Ricorre
domani il 25 aprile, 63° della liberazione dell’Italia dall’oppressione
nazifascita; frutto del sangue e del sacrificio di centinaia di
migliaia di uomini e donne appartenenti alle diverse culture
democratiche del nostro paese: comunisti, socialisti, cattolici, laici,
democratici popolari etc.. Su quella gloriosa pagina della storia
italiana, che mise fine a un ventennio di oppressione e di buio della
ragione, ha trovato fondamento la Costituzione repubblicana italiana,
che ha garantito la costruzione di un sistema democratico fondato sulla
partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica, non più sulla
base dei privilegi del censo e del denaro ma su basi di uguaglianza e
di pari dignità civile e sociale. Grazie alla Costituzione e al sistema
democratico parlamentare allora disegnato, l’Italia uscì dalle macerie
della guerra portando milioni di cittadini alla conquista del benessere
e del riscatto della propria condizione sociale e civile. Di tutto
questo sono stati protagonisti i comunisti attraverso le proprie
organizzazioni di massa. Oggi i valori e gli ideali che stanno alla
base della guerra di liberazione e della successiva costruzione dello
stato democratico repubblicano, vengono messi in discussione. Da più
parti si pensa addirittura di cancellarne il ricordo cambiando la
Costituzione e le sue regole fondamentali. Si avvistano i tentativi,
attraverso la cancellazione delle forze che come la nostra si
richiamano esplicitamente a quei valori e a quella esperienza, della
instaurazione di un regime videocratico neoautoritario. Ancora una
volta milioni di cittadini conoscono lo spettro della povertà, delle
difficoltà ad arrivare a fine mese e vedono messo costantemente in
discussione il proprio diritto a una vita libera e dignitosa. I
comunisti non si faranno cancellare e saranno di nuovo protagonisti di
una nuova resistenza a questi disegni, riprendendo il proprio posto in
mezzo a coloro che hanno bisogno e sono indifesi dall’attacco dei forti
e degli arroganti. Seguendo l’esempio che in questo senso ci ha
lasciato Pompeo Colaianni, il mitico comandante “Barbato”, che di
queste battaglie, a cominciare da quella di liberazione, è stato
protagonista per tutta la vita. Per ricordarlo il PRC, con una propria
delegazione, domani alle 10,00 si recherà al cimitero di Enna per
deporre un corona di fiori sul monumento che lo ricorda.
Sebastiano Furnò
Segretario provinciale PRC -Enna-