Le famiglie di via Messina Montagne, gli sgomberati di Casa Guzzetta, gli abusivi dello Zen 2. Quella della casa è la quinta delle dieci emergenze della città individuate da “Repubblica”. Occupati pure i nidi mai aperti a Borgo Nuovo
di CLAUDIA BRUNETTO e SARA SCARAFIA su Repubblica (Edizione di Palermo) del 27 ottobre 2010
Ci sono le dieci famiglie che da quasi tre anni vivono dentro scatole di lamiera nel campo container di via Messina Montagne. Le sette sgomberate da Casa Guzzetta, ospitate in una locanda dopo due mesi all’addiaccio, ma solo fino a gennaio. E, ancora, le sedici famiglie che da oltre un anno occupano gli appartamenti mai ultimati dell’Insula 3 allo Zen. Senza contare chi dorme accampato negli asili abbandonati, da via Alia a piazza San Paolo a Borgo Nuovo, o in scuole fatiscenti come quella di via Bronte e la Grazia Deledda, sempre a Borgo Nuovo.
Quella della casa è la quinta delle dieci emergenze della città individuate da Repubblica. Negli anni le politiche abitative del Comune si sono indebolite, mentre il bisogno è continuato a crescere. I numeri parlano da soli: 9.865 domande nella graduatoria per l’alloggio popolare e appena 210 case consegnate in tre anni; 720 nuclei inseriti nella “lista di emergenza” e solo 15 case confiscate assegnate nel 2010. Se fino al 2006 Palazzo delle Aquile erogava il contributo per il disagio alloggiativo, il buono casa e il contributo d’urgenza per chi si ritrovava all’improvviso senza un tetto, da quattro anni non ci sono più fondi. Resta in piedi solo l’integrazione all’affitto, pagata con fondi regionali, ma i soldi arrivano sempre in ritardo: la Regione ha appena stanziato le risorse per il 2009 e il bando – assicura il Comune – sarà pubblicato entro metà novembre.
Intanto il numero di chi ha bisogno cresce. All’elenco si aggiungono anche le 70 famiglie di via Brigata Aosta 56 che dovrebbero essere sgomberate al più presto. Da mesi il Comune ripete che la soluzione all’emergenza è un albergo cittadino per i senzatetto: è stato individuato l’ex convento della Sapienza di piazza Magione, ma bisognerà stilare un progetto di recupero e i tempi sono lunghi. “Ma stiamo studiando soluzioni a breve termine”, assicura l’assessore al Centro storico, Maurizio Carta, che assieme ai colleghi al Patrimonio e alla Casa avrebbe individuato edifici comunali da adibire temporaneamente ad albergo cittadino. Ma quando? “Al più presto”, dice Carta.
Ed è emergenza anche allo Zen 2: 44 delle 122 case sono ancora da completare. Sedici sono occupate abusivamente. L’assessore Mario Milone, che segue i lavori come responsabile dell’Urbanistica, si augura che gli alloggi siano ultimati entro novembre. “Spero che i carabinieri occupino la caserma entro metà novembre e che subito dopo le case possano essere consegnate agli assegnatari legittimi”. E gli abusivi? Milone non se la sente di affrontare un nuovo sgombero e spera che nel frattempo i suoi colleghi trovino una soluzione.
In città si sono grossi gruppi di senza casa, ma anche piccole storie di disagio solitario. Salvatore Spinali e Silvana Restuccia, sessantenni, abitano nella sede di un circolo del partito di Rifondazione comunista, nei pressi di via Alloro, da quando i vigili hanno sequestrato la roulotte in cui vivevano accampati davanti al municipio. E ancora Maria Garofalo, che dal 1998 viveva in una casa di 25 metri quadrati in via Brigata Aosta 56 che, durante una sua breve assenza, è stata occupata da una famiglia di abusivi. La donna, disperata, si è rivolta direttamente al sindaco Diego Cammarata per avere risposte. Che non sono arrivate.
Via Brigata Aosta è una miccia pronta a esplodere: ci sono una settantina di famiglie che da un giorno all’altro dovrebbero lasciare quel palazzone vicino ai Cantieri navali che il Comune utilizza dalla fine degli anni Novanta per ospitare famiglie di senzatetto, e che adesso deve restituire alla società Villa Heloise, proprietaria dell’edificio. Ma al momento non ci sono soluzioni all’orizzonte. A venire incontro ai senza casa, negli ultimi giorni, è stato il Tar che con un’ordinanza ha sospeso lo sgombero del campo container ordinato dal sindaco, giudicando il provvedimento “illogico e discriminatorio” rispetto al destino delle altre famiglie che, dopo quasi tre anni di vita nei container, nei mesi scorsi hanno ottenuto un alloggio confiscato. Dodici quelle che hanno ottenuto una casa vera. “Un risultato importante” per l’assessore agli Interventi abitativi, Roberto Clemente. “Abbiamo dato un tetto a dodici famiglie e abbiamo consegnato tante case allo Zen 2. Certo, non è abbastanza. Le emergenze sono tante”.
Clemente annuncia i provvedimenti in cantiere: dalla proposta di riscatto degli alloggi occupati da più di dieci anni alla revisione della graduatoria dell’emergenza casa: “Dobbiamo vedere chi dopo dieci anni ha ancora diritto all’alloggio popolare e permettere a chi non ha potuto fare domanda di inserirsi: il mio obiettivo è avere tra un anno una graduatoria che fotografi le reali esigenze”.